Non è un paese per giovani. E non lo è nemmeno questa città, una delle più popolose e con un’età media tra le più basse rispetto alla media nazionale.
L’alternativa alla povertà e al degrado sociale non sono servizi sociali, politiche di sostegno al lavoro, nascita di spazi sociali di aggregazione e crescita collettiva.
L’alternativa del comune e di prefettura e forze dell’ordine di questa città sono la repressione e la criminalizzazione di intere fasce di popolazione.
La rimozione del murale per Caiafa, a cui seguirà presto quella del murale dedicato a Ugo Russo, sono un affronto da parte dello Stato a una generazione e una classe sociale messa alle strette dalla crisi perenne e da una città che produce benessere e speculazione sempre per pochi e sfruttamento e isolamento per molti.
Uno specchio per le allodole per i cittadini “bene”, che invocano decoro, law and order, nascondendo sotto al tappeto le reali cause di disagio sociale ed economico che nutrono le disuguaglianze della metropoli del Sud.
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