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Cava dei Tirreni. Inaccettabile la chiusura della rianimazione

PaP: “Basta con la scusa dell’emergenza. Oggi emergano le responsabilità!”

La decisione del Direttore Generale del Ruggi Vincenzo D’Amato di chiudere ancora una volta provvisoriamente la Rianimazione dell’Ospedale di Cava è inaccettabile.

La dimostrazione che nulla è stato fatto in quasi due anni per adeguare strutturalmente un sistema sanitario costretto ad affrontare una pandemia inaspettata, è sotto gli occhi di tutti.

Oggi l’Ospedale di Cava viene privato dei quattro posti di Rianimazione – come già avvenuto dal Novembre a Maggio scorso – per l’incapacità e la mancanza di volontà dei dirigenti aziendali di provvedere a una più efficiente riorganizzazione delle risorse interne all’Azienda Ospedaliera Ruggi d’Aragona.

Le prese di posizione che si susseguono in queste ore sembrano un film già visto troppe volte negli ultimi anni, con le direttive emanate dalla impenetrabile torre d’avorio della Direzione Generale del Ruggi di Salerno che non si discutono né possono essere contraddette da dati e fatti che tutti i giorni emergono dalle dichiarazioni dei lavoratori e dei cittadini utenti del servizio.

Chiudere la Rianimazione vuol dire condannare all’inoperatività assoluta le tre sale operatorie del nosocomio cittadino – afferma Davide Trezza, membro del coordinamento nazionale di Potere al Popolo – e arrecare ulteriori difficoltà a reparti come la Chirurgia e l’Ortopedia che proprio all’attività operatoria sono inevitabilmente legati.

La verità è che a Cava i vertici del Ruggi vengono a battere cassa ogni qualvolta ci siano da riorganizzare le attività dell’Azienza Ospedaliera. Vogliamo ricordare al direttore D’Amato che non siamo di fronte a un market ma a un ospedale pubblico con un bacino di utenza di circa 80mila cittadini e che stavolta, dinanzi al mancato ascolto delle nostre istanze, si prenderà la responsabilità morale e amministrativa di decisioni così pesanti che possono essere evitate con l’ascolto di chi tutti i giorni vive in prima linea l’attività dei reparti.”

Nelle scorse ore i lavoratori dell’Ospedale hanno evidenziato come sia possibile riorganizzare il servizio consentendo l’apertura della Rianimazione al Da Procida senza rimuovere i nove anestesisti dal S. Maria Incoronata dell’Olmo e mantenendo, dunque, aperto il reparto di Cava.

L’ennesima dimostrazione di scarsa considerazione nei confronti di 80mila cittadini non può che essere imputata al Direttore Generale del Ruggi e al Partito Democratico che dalla Regione Campania al Comune di Cava de’ Tirreni siede tra i banchi della maggioranza.

Se quasi due anni fa l’effetto sorpresa ha consentito a tanti di trovare giustificazioni, oggi è giunto il tempo delle responsabilità. La mobilitazione sarà l’unico strumento che avremo a disposizione in una battaglia in cui i rappresentanti delle istituzioni hanno già deciso di aggrapparsi ai loro interessi privati e particolari, abbandonando la collettività al proprio destino.

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