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Napoli. I fascisti, che rottura di coglioni!

Nei giorni scorsi lungo Via Foria – a ridosso della sede napoletana dei fascisti di CasaPound – sono state effettuate scritte murali riportanti esplicite minacce contro gli attivisti che gestiscono il “Civico 7 Liberato” situato sotto i portici della Galleria Principe di Napoli (di fronte al Museo Archeologico Nazionale).

Non è la prima volta che i tartarugati di Casa Pound si lasciano andare a minacce verbali nei pressi dei locali del Civico. Questa volta nelle loro scritte citano esplicitamente il “Civico 7 Liberato” come obiettivo e target da colpire.

Affermiamo subito che non intendiamo perdere tempo con i fascisti e che – naturalmente – saremo vigili, attenti e determinati contro queste minacce ma siamo fermamente interessati a non lasciarci trascinare in qualsivoglia forma di “deriva di strada” che comporterebbe un danno per le nostre attività e che aprirebbe la strada a strumentalizzazioni miranti a stroncare autoritariamente la nostra esperienza politica, culturale e sociale.

Il “Civico 7 Liberato” è uno spazio – sottratto all’incuria e all’abbandono dal gennaio 2017 – il quale in questi anni ha alimentato una discreta attività culturale, sociale ed aggregativa in un habitat urbano ed architettonico dalle enormi potenzialità ma – da sempre – abbandonato al degrado da parte del Comune di Napoli.

Non sarà un caso – volendo fare un solo esempio – che attorno ai vari pessimi lavori di restauro della Galleria Principe sono sorti scandali affaristici, inchieste giudiziarie e sospetti di grassazioni di ogni tipo.

Alla luce di questa situazione e mentre – nonostante la crisi Pandemica ancora in corso – sono riprese le varie attività del Civico 7 Liberato (tra tutte la Terza Edizione del quindicinale Cineforum Gratuito) non intendiamo che episodi come quello delle provocatorie scritte fasciste possano – direttamente o indirettamente – dare la stura a tentativi di opacizzare e stravolgere le attività che produciamo.

La nostra concezione dell’Antifascismo Popolare è parte costitutiva della nostra identità anticapitalista ed è fortemente connessa al complesso delle attività che – anche oltre l’ambito del Civico 7 Liberato – conduciamo da decenni nella nostra città.

Conosciamo ed abbiamo combattuto i nonni (gli assassini di Jolanda Palladino) dei giovanotti che hanno tracciato le scritte a Via Foria per cui continuiamo ad essere sereni, tranquilli e determinati.

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