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Napoli: Prove tecniche di pacificazione del “fronte interno”

La Digos napoletana con un tempismo che stupisce (neanche troppo, considerando l’argomento e i destinatari) sta notificando una sfilza di “Sanzioni Amministrative/Economiche” a carico di numerosi attivisti – tra cui alcuni membri dell’Esecutivo nazionale di Potere al Popolo – che hanno partecipato ad un corteo in centro città nei giorni immediatamente successivi allo scoppio del conflitto bellico in Ucraina.

La Sanzione elevata ai compagni sarebbe una punizione per aver svolto una “manifestazione non statica” in un periodo in cui vigeva la cosiddetta “Zona Gialla” a causa dell’insistenza della pandemia Covid 19.

E’ palesemente evidente che questa modalità repressiva che la Questura napoletana sta adottando è una perniciosa opera di intimidazione che punta a spezzare le gambe (colpendo il misero portafoglio) a chi non intende subire passivamente il corso antisociale degli avvenimenti generali che si scaricano sulle condizioni di vita e di lavoro dei ceti popolari della società.

Ed è oltremodo palese tale comportamento persecutorio che questa volta la pignoleria investigativa della Digos sia stata applicata a Napoli dove – tranne quando si sono verificati scontri di piazza – i cortei e le manifestazioni sono stati “tollerati e non perseguiti” anche nei lunghi mesi in cui l’emergenza pandemica mordeva ed era in vigore la “Zona Rossa”.

Ovviamente le “Sanzioni Amministrative” contro gli attivisti protagonisti del conflitto sociale non sono una novità – a Napoli come altrove – ma in questo caso il tradizionale nesso politico “interventismo bellico e pacificazione coatta del fronte interno” è plasticamente evidenziato e si configura, prospetticamente, come pesante monito contro una eventuale generalizzazione della mobilitazione contro la guerra.

Da qui la necessità di denunciare il clima di repressione contro ogni voce critica e dissonante che sta pervadendo la società italiana.

Del resto lo squallido copione che quotidianamente recitano gli organi d’informazione – pubblici e privati – è la rappresentazione di tale condizione che ci piace definire una sorta di Maccartismo 2.O che sta opacizzando e distorcendo qualsiasi punto di vista non, immediatamente, arruolato o arruolabile nel Partito della Guerra e nell’Union Sacrè interventista.

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