Un 25enne, Antonio De Cristofaro, è stato ferito a morte nel rione Conocal.
Cicli e ri-cicli: alla degenerazione della rappresentanza politica, da sempre e per sempre, a Napoli corrisponde una degenerazione della rappresentanza criminale. Un connubio casuale? Non è facile rispondere ma, fatto sta, che appena arrivano “aiutini” da Roma si inizia a sparare per strada. Tra “pacco” per Napoli e PNRR, pur se noi cittadini non vediamo nessun miglioramento, nelle stanze del potere iniziano a circolare tanti soldini e, guarda caso, nelle stanze dei camorristi si iniziano a delineare nuovi obiettivi e ad eseguire condanne a morte, per disegnare nuovi equilibri.
Dopo il terremoto, ad esempio, è successa la stessa cosa, ma con una differenza: la struttura sociale della marginalità aveva, ancora, una sua misteriosa grazia, quella lingua poetica del nostro Popolo, che non si è arresa né alla fame, né allo scuorno, ma che è capitolata sotto i colpi alienanti della globalizzazione. Così, dentro uno scenario sociale tanto spappolato, nessuna resistenza civile è in campo.
Tra assenza delle Istituzioni e fumosità di ogni intervento: il destino diventa sintetizzabile in un “chi deve perdere, deve perdere”. Tanto meglio azzannare quel poco di vita che si ha, in un tutti contro tutti, misto a un tutti contro tutto. È, quindi, endemico il problema criminalità, come sempre del resto, ma questa volta ha un volto ancora più mostruoso, molto oltre le sue escalation. Il volto della follia: un’alterazione chimica invalidante e permanente.
L’emergenza criminalità è invenzione da stampa rosa: ogni esercito per reclutare volontari ha bisogno di due cose. A) soldi per reclutare. B) contesti in cui farlo.
La Zona Est di Napoli, in questo, è serbatoio di anime perse: contesto ideale, tra disservizio, marginalità e assenza di Lavoro, dove reclutare manovalanza criminale. Una emergenza è, invece, qualcosa di improvviso: evento naturale o incidente ma, tutto sommato, un qualcosa di non preventivabile. Nella Zona Est, invece, basta fare una passeggiata per comprendere appieno che è territorio cronicamente malato, dove parlare di emergenza è demenziale, oltre che sciatto.
Bar che si alternano a sale slot, lager di logistica, mezzi di trasporto da Quarto Mondo, una dissoluzione del Sogno Operaio napoletano che si è trasformata in macerie di abbandono…tante, troppe, criminali sciattezze della nostra classe “digerente” per non aspettarsi una escalation camorristica. Un mio amico idraulico una volta mi disse: “Dove ci sta una combustione, ci sta uno scarico”. Si riferiva ad una stufa e alla sua intrinseca pericolosità, laddove non si prevede una fuoriuscita dei fumi. Ma a me è sembrata una frase così profonda da diventare il mio Manifesto Politico di ogni agire. Incendiare il destino dei giovani, spappolarlo in livori consumistici e vuoti di Valori o opportunità, e poi stupirsi delle baby gang è frutto, non solo di una complicità diretta nei fenomeni di devianza giovanile, ma anche di scarsissima lungimiranza.
Distruggere, svendere, umiliare il Sogno Operaio napoletano che, in quelle zone, aveva portato sviluppo e speranza, senza prevedere nessun piano di recupero, di immaginazione, di riscatto possibile ha prodotto una devastazione che, appunto, è una combustione senza scarico. Come vivere in una trincea livida e feroce.
I morti ammazzati, in tal senso, sono solo le punte di un iceberg di una mattanza emotiva continua e costante, dove si può solo scegliere se vivere di paura o mettere in conto di uccidere o essere uccisi. Le rovine della archeologia industriale, oltre ad essere un danno ambientale e l’ennesima occasione persa, diventano una ferita nello sguardo. Feriti a morte: un’umiliazione che, da sola, basta ad incendiare ogni anima.
Che fare?
Creare le premesse per un rilancio della zona, non in termini di altri luoghi per cuoppi fritti e/o B&B, ma di qualità della vita, del mare, di una nuova e possibile politica della casa. Investire in trasporti efficienti, in scuole, in luoghi di aggregazione per i giovani. Le Zone Rosse (proprio 24 ore prima di questo omicidio la Prefettura ha esteso l’area di Zona Rossa al quartiere Ponticelli), oltre a procurare qualche articolo di giornale, servono solo a cronicizzare la marginalità, le evidenti diseguaglianze sociali e ad acuire le diffidenze. Sono ragazzi: è bene non dimenticarlo.
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