“NON SI AFFITTA A STRANIERI” questo è il messaggio appeso su un palazzo sito in un quartiere centrale di Bologna. Quartiere in gran parte abitato da studenti, ricco di attività ricreative e commerciali, vivace e intensamente frequentato come punto di passaggio trovandosi in una posizione intermedia tra i diversi poli universitari, la stazione centrale e il grande mercato popolare della montagnola che anima la piazza vicina durante il fine settimana. Ed è proprio in un contesto simile che giovani studenti inquilini di un grande palazzo di Via del Borgo 99, al rientro dalla pausa estiva, hanno trovato un avviso appeso sul muro all’ingresso che recitava testuali parole scritte nero su bianco:” Si ricorda che eventuali subentri, in caso di contratto, di nuove persone fisiche devono essere approvati dalla proprietà. Non si prendono in considerazione stranieri anche se in possesso di permesso di soggiorno”.
La proprietà in questione è nientepopodimeno che il fiore all’occhiello dell’imprenditoria bolognese: la famiglia Bonori Innocenti proprietaria fin dal 1955 di Viro spa, azienda leader mondiale nei diversi settori della sicurezza con sede a Zola Predosa. Dopo le polemiche, a parlare per conto della famiglia è il rag. Piero Parsini, che ha giustificato l’accaduto motivandolo come un eccesso di zelo da parte della segretaria amministrativa in seguito ai troppi intoppi burocratici registrati a causa dell’alto turn over di inquilini nel palazzo, precisando che se avesse visto l’avviso avrebbe provveduto a toglierlo lui stesso. Nonostante ciò l’avviso è rimasto appeso ben due settimane alla vista di chiunque ci passasse davanti, insomma la volontà di far recepire il messaggio è stata chiara e solo grazie all’azione degli inquilini, per lo più studenti universitari, l’avviso è stato rimosso. Gli inquilini indignati hanno scritto un appello che è stato sottoscritto all’incirca da un centinaio di firmatari in cui si condanna duramente l’atteggiamento razzista dell’amministrazione e della proprietà e si chiede di prenderne le distanze al più presto oltre che l’impegno a non mettere in atto né ora né mai il regolamento razzista.
Oltre agli inquilini hanno sostenuto la raccolta firme Noi restiamo che scrive in un comunicato:” Come Noi Restiamo ci sentiamo di condividere appieno la lettera che i ragazzi e le ragazze manderanno all’amministrazione. In questo periodo di razzismo istituzionale in cui Minniti e i suoi stanno imprimendo una svolta reazionaria al paese, in piena sintonia con il quadro europeo, è importante non permettere che episodi del genere passino inosservati. A maggior ragione in una Bologna sempre più securitaria e repressiva, tra celerini in biblioteca, fascisti protetti da cariche preventive, ordinanze anti-movida e sgomberi estivi.” Prende posizione anche Asia-USB che scrive:”In una Bologna sempre più colpita dall’emergenza abitativa, annunci come questo che rimandano la memoria al ventennio fascista sono inaccettabili. Le politiche antipopolari del governo spingono alla guerra tra poveri, all’odio verso i migranti su cui lo stato lucra e sfrutta, per poi metterli nel mirino degli italiani che subiscono lo stesso sfruttamento, per far dimenticare agli uni e agli altri che l’unità è forza, e rende possibile rivendicare diritti. Questo basta e avanza, non c’è spazio per privati “sceriffi” che decidono chi possa o meno “metter piede nel loro territorio”… I diritti non hanno colore, etnia o provenienza, e la casa è uno di questi! Siamo con i firmatari della lettera, il cartello deve sparire e tale “regola” non è da prendere neanche in considerazione.”
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