Ieri mattina le educatrici e gli educatori impiegati nei servizi di integrazione scolastica in appalto a Bologna, si sono riuniti in presidio sotto la sede del Comune, per chiedere il riconoscimento del salario pieno per i giorni di chiusura delle scuole, dovuti all’ordinanza regionale per la gestione dell’emergenza COVID-19.
L’altroieri, abbiamo appreso a mezzo stampa che il sindaco Merola, a proposito delle misure da adottare per contenere l’impatto economico su nidi, scuole, e altri servizi chiusi, ha condiviso con cgil cisl e uil, la “riprogrammazione dei servizi non resi” senza specificare quando e come verrà erogata la retribuzione ai lavoratori.
Ieri mattina, durante il presidio, abbiamo ottenuto un incontro con il dott. Montalto, capo gabinetto dell’Ufficio del sindaco e direttore generale del comune di Bologna. Abbiamo chiesto con forza che la retribuzione venga erogata nel mese corrente e non rimandata ai mesi successivi, ottenendo la conferma che gli impegni del sindaco debbano essere intesi in questo senso.
Abbiamo chiesto e ottenuto, inoltre, che la prossima settimana si apra un tavolo tecnico tra i sindacati, le Cooperative che gestiscono l’appalto e l’A.C. per chiarire le modalità retributive, anche nel caso di un’eventuale proroga dell’ordinanza.
Questa chiusura straordinaria, non può e non deve ricadere sulle spalle delle educatrici e degli educatori. Non siamo disponibili ad accettare alcun compromesso sulla pelle dei lavoratori delle cooperative; gli educatori svolgono un servizio pubblico e chiedono pari diritti e pari retribuzione rispetto agli altri lavoratori della scuola coinvolti.
E’ inaccettabile che, in barba ad ogni principio elementare di democrazia, il sindaco di Bologna scelga i soggetti a cui comunicare le proprie decisioni, ignorando la reale rappresentanza sindacale dei lavoratori: la gestione dell’emergenza non può essere l’occasione per sperimentare nuove forme di governance autoritaria.
Invitiamo le lavoratrici e i lavoratori, in occasione dell’incontro tecnico che si terrà la prossima settimana, ad essere in presidio per ribadire con forza queste ragioni.
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