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Ducati: produci, consuma, infetta

Claudio Domenicali, amministratore delegato della Ducati, è tornato a suonare la carica della riapertura delle fabbriche con un’intervista al Corriere di Bologna. La posizione della casa motoristica è condivisa anche da molti altri dirigenti della Confindustria emiliano-romagnola.

Nei giorni scorsi era stato Renzi a sostenere la riapertura dopo Pasqua. L’intervista a Domenicali comincia a scendere nei dettagli dei piani degli industriali per ripartire dal 14 aprile.

Secondo Domenicali, la Ducati avrebbe potuto continuare la produzione grazie al controllo della temperatura di tutti i dipendenti. Ora, aggiunge, le aziende sono disposte a pagare il test di tasca propria pur di non perdere le commesse sui mercati internazionali come Cina e Giappone.

A prima vista potrebbe quasi sembrare una posizione ragionevole, ma diventa subito chiaro che in realtà la posizione espressa da Ducati è l’accettazione del rischio di diffondere la malattia tra i dipendenti. Infatti, Dominicali si schiera contro l’estensione dei controlli a tappeto perché non ci sarebbero abbastanza laboratori per l’analisi e abbastanza capacità produttiva per la produzione dei test.

Ammesso che eseguire i test solo sui dipendenti Ducati riesca a tenere sotto controllo la diffusione tramite i positivi senza sintomi all’interno della Ducati stessa, questo non toglie tutti i problemi che verrebbero generati dal ritorno alla circolazione di masse di lavoratori (secondo l’Istat, più di 700mila lavoratori solo in Emilia Romagna sono sospesi) in una situazione in cui i contagi potrebbero essere in diminuzione ma sono comunque tanti e non sono tracciati.

Questo è esattamente quello che è successo in alcuni paesi dell’Est asiatico – Hong Kong, Singapore, Taiwan – che hanno allentato le misure di contenimento quando sembrava di aver passato il picco dei contagi, salvo trovarsi con una nuova risalita della malattia.

Ancora una volta, un importante esponente di Confindutia si esprime contro le misure di salute pubblica in nome delle quote di mercato. Non solo, l’amministratore delegato di Ducati si esprime contro le indicazioni dell’organizzazione Mondiale della sanità sulla necessità di estendere i controlli sanitari a tappeto per poter controllare davvero l’epidemia.

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