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Reddito, salute, dignità: a Bologna scendiamo in piazza

Sabato 14 Potere al Popolo sarà in piazza per continuare la mobilitazione per la salute, per il reddito, per la dignità. Da quando la seconda ondata della pandemia ha reso necessarie ulteriori misure di sicurezza, in tutta Italia e anche a Bologna sono partite mobilitazioni che rigettano il ricatto tra tutelare la salute e salvaguardare il reddito. Sono proteste che vengono dalle categorie più colpite, da chi un lavoro lavoro nero, grigio o a tempo determinato, da chi non ha diritto alla cassa integrazione, o ne avrebbe diritto ma la sta ancora aspettando da marzo.

Abbiamo detto più volte che dove è necessario si devono fare le chiusure e fornire un reddito a chi non può più lavorare, bisogna sospendere bollette, mutui e affitti che durante la prima ondata sono proseguiti come niente fosse. A chi dice che i soldi non ci sono, noi rispondiamo indicando dove andare a prenderli: da una tassa sui multimilionari! In questa crisi non siamo tutti sulla stessa barca, c’è chi come Amazon ha aumentato a dismisura i propri profitti, ed ora che paghi fino all’ultimo centesimo!

Sabato saremo al concentramento in Piazza dell’Unità alle ore 14, per iniziare la giornata con un’assemblea insieme ad altre forze sociali, politiche e sindacali. Il divieto di Merola sul centro storico non fa neanche finta di non essere indirizzato a bloccare le proteste. È ipocrita e non può fermare le mobilitazioni con un colpo di penna. È ipocrita perché viene da quel PD che continua a mandare a lavorare decine di milioni di persone col rischio di contagio, che considera le persone responsabili e assennate solo quando fanno lo shopping natalizio in cento e non quando protestano, che spera di cavarsela concedendo i “ristori” col contagocce. È lo stesso PD che in regione porta la responsabilità dello smantellamento decennale del sistema della sanità pubblica, che nel governo Conte ha evitato di prendere i provvedimenti necessari durante i mesi estivi per arrivare meglio preparati a questo autunno/inverno e che da sempre è uno dei grandi sponsor dell’autonomia differenziata.

Può andare tutto meglio? Si, se proteggiamo chi lavora e se facciamo pagare chi accumula ricchezze! Ci vediamo sabato in Piazza dell’Unità alle 14, LA DEMOCRAZIA NON SI CANCELLA CON UN COLPO DI PENNA, SALUTE E REDDITO PER TUTTI VALGONO PIÙ DEI PROFITTI DELLE GRANDI CATENE DELLO SHOPPING!

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Ieri siamo andati sotto l’INPS per far sentire la voce della nostra generazione tradita. La seconda ondata del Covid continua ad avanzare sempre più inesorabile, senza trovare nessun freno dalla gestione che il governo e le regioni hanno adottato. Si limitano a perseguire la linea degli scarsi aiuti a pioggia, pur di mettere a tacere i malumori che le proteste nelle piazze d’Italia delle ultime settimane hanno messo in luce.

Un clima di abbandono e scarse tutele, soprattutto per quei giovani che anche in questa seconda ondata pagheranno i costi della crisi che viene.

Per questo risulta sempre più impellente richiedere un reddito garantito per tutti, andando a prendere i soldi con una patrimoniale da chi ha continuato a macinare profitti.

Per questo bisogna chiedere degli investimenti nella sanità pubblica, di modo che ritorni al servizio di tutta la collettività e che possa funzionare in questo periodo di stress.

Invece di fare questo, il governo emana il decreto ristori, seguito dal decreto ristori bis che ha allargato la platea dei beneficiari, che consiste in aiuti a pioggia alle imprese. Si prosegue la stessa linea di tutto quello fatto fino ad oggi, privilegiando i profitti garantendogli le condizioni necessarie per continuare a produrre, mentre di noi giovani si preferisce dimenticarsene.

La nostra generazione, infatti, è stata tradita su tutti i fronti e da tutti i governi: cresciuti nella crisi, abituati a doversi rimboccare le maniche per aiutare in famiglia, per gli studi, per l’affitto o per le altre attività, siamo stati abituati a farlo nel contesto di distruzione totale delle tutele lavorative, con l’istituzione dei contratti atipici, la precarizzazione e la flessibilizzazione del lavoro.

Già nella prima ondata abbiamo sofferto il più alto tasso di disoccupazione, nelle università siamo stati dissanguati dalla richiesta delle tasse, nelle città siamo stati costretti a pagare affitti spropositati. Ci ritroviamo, infatti, a dover vivere anche con i nostri genitori, perché non riusciamo da soli ad arrivare alla fine del mese. Siamo stati traditi perché ci è stato tolto il futuro.

Ci avete riempito di sogni che noi abbiamo rincorso, trasferendoci in città per studiare o per trovare un lavoro, perché al sud o in provincia da dove molti di noi vengono c’era solo il deserto. Abbiamo trovato la precarietà ad aspettarci.

La nostra condizione, crisi dopo crisi, è andata sempre peggiorando. Intanto, i Gucci, i Benetton, I Bezos o chi per loro continuavano ad arricchirsi, sfruttando il lavoro di persone come noi. Anche noi siamo venuti qua a Bologna e per anni l’abbiamo sostenuta con il nostro lavoro, con la nostra precarietà, e ora ci vengono a chiedere altri sacrifici.

Non ci stiamo. Le chiusure ormai si rendono necessarie, per l’incapacità di prendere decisioni politiche da parte di Governo e Regioni. Per questo abbiamo bisogno di un reddito, di una stabilità e di una sicurezza. Per questo i soldi devono essere presi da chi ce li ha, attraverso una patrimoniale e redistribuiti.

Per questo serve una misura efficace di reddito, il blocco di affitti ed utenze. Bisogna poi investire nella sanità pubblica, per riuscire ad affrontare adeguatamente questa nuova situazione di emergenza.

Tanti investimenti per salvare le imprese, pochissimo per sanità e lavoratori e i decreti Ristori ne sono solo l’ultima prova. La stessa regione, è la prima responsabile! Bonaccini e il PD, che fino all’altro giorno lasciavano i bus straripare di gente, prendono delle misure farlocche solo per tenere la regione in zona gialla, per non bloccare l’economia.

La nostra generazione non ci sta più e vuole riprendersi tutto! Siamo venuti oggi davanti all’INPS per chiedere proprio quel reddito che ci serve in questo periodo di emergenza, per dire a gran voce che non saremo più noi a pagare questa crisi, ma che saranno i ricchi a farlo! Per questo ci vedremo in piazza sabato 14 novembre prima al concentramento alle 14 in Piazza dell’Unità per poi unirsi alle 16 all’appuntamento Piazza del Nettuno.

Qui potete trovare il link di wetransfer per il video: https://we.tl/t-

Qui invece il link del comunicato su facebook: https://fb.watch/1I_

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