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Bologna: una vera giornata di manifestazione

Bologna è scesa in piazza ieri, nonostante l’ordinanza restrittiva del sindaco Merola, che qualche giorno fa aveva imposto il divieto di manifestare in centro e l’ulteriore restrizione di spazi ed esercizi commerciali.

Nella mattinata, alcuni attivisti di Potere al Popolo hanno portato la loro solidarietà alle porte dell’Ospedale Maggiore, a tutti quei medici e infermieri che continuano a lavorare incessantemente per placare l’epidemia, mentre dal governo le assunzioni stabili per dare linfa vitare ad un sistema sanitario di nuovo quasi al collasso non arrivano.

In Pratello, i contadini di Campi Aperti hanno organizzato una protesta silenziosa contro la decisione di chiudere i mercati cittadini, soprattutto quelli locali e autorganizzati. “eppure i supermercati rimangono aperti” dicono, e con questa ordinanza si va a favorire solo la GDO a discapito dei piccoli agricoltori locali, che sui mercati di quartiere trovano almeno una parte del proprio reddito.

Nel pomeriggio altra manifestazione lanciata da USB che a partire da Piazza dell’Unità ha attraversato il quartiere periferico della Bolognina tra il sostegno di chi anche se non è sceso in piazza, ha applaudito delle finestre e dai balconi. Al microfono hanno parlato delegati sindacali della sanità, delle cooperative sociali, della scuola, lavoratori stagionali, ma anche gli studenti di Noi Restiamo, quelli della generazione tradita arrivata a Bologna con la speranza di un futuro brillante e che oggi si trova tradita su tutti i fronti, e gli attivisti di Potere al Popolo, che rivendicano una patrimoniale che sappia requisire ai ricchi e a chi si è arricchito in questi mesi, per permettere a tutti di restare a casa, e di non essere costretti a scegliere se morire di fame o morire di covid!

Mentre lungo le strade si diceva forte e chiaro che “non siamo tutti sulla stessa barca”, che sanità trasporti e scuola sono stati declassati in questi mesi in favore del mantenimento della produttività e degli interessi di pochi, il corteo ha messo al centro non solo la necessità di reagire a tutto ciò, ma ha anche voluto ricordare che molto della crisi che stiamo vivendo oggi è frutto della crisi che già da anni viviamo, e che si è scaricata tra i settori sociali più precari e sui territori a seguito di scelte impopolari come le trentennali politiche di privatizzazione e le opere di speculazione che non si fermano nemmeno in questo periodo!

Il corteo ha infatti toccato alcuni punti simbolici della trasformazione del quartiere: mentre infatti tutti parlano di emergenza covid tutto il resto non si è fermato! Invece di investire nel trasporto pubblico locale, la prossima settimana verrà inaugurato il People Moover, una gigantesca opera di speculazione che doveva portare i turisti dall’aeroporto al centro di Bologna e che ora non servirà a nulla, e intanto si procede con la progettazione della linea rossa del tram, un’altra opera inutile che dovrebbe sventrare la città a servizio di Fico, notoriamente in crisi! Invece di investire sulla casa popolare, si è investito sullo Student Hotel, uno studentato privato dove una stanza costa fino a 700 euro, sugli sgomberi di spazi sociali storici come Xm 24, e sulla costruzione di palazzoni giganti che rimangono poi vuoti e disabitati.

In piazza Nettuno invece, nel centro storico, gli attivisti del TPO e Labas hanno simbolicamente rotto il divieto e hanno organizzato un flash mob in tuta bianca, per poi muoversi a loro volta in corteo sempre attorno alla T. “Non è un’iniziativa contro il Dpcm – spiegano al megafono – abbiamo bisogno per vivere di diritti, soldi, politiche che pensino a chi sta in basso e non solo a tutelare gli interessi di pochi. Non neghiamo la pandemia, ma pretendiamo che i soldi vengano redistribuiti”.

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