Unione Popolare ha vinto la prima scommessa di piazza a Bologna, riempiendo per la presentazione delle sue candidature Piazza dell’Unità, una Piazza diventata da anni la piazza della vita politica fuori dal centro di Bologna e una presenza fissa per le candidature popolari degli ultimi anni.
Il primo colpo battuto da UP porta centinaia di persone, i fili conduttori sono ovviamente guerra e carovita, come recita lo striscione “Giù le armi, su i salari”, e poi l’autonomia differenziata e i tradimenti delle promesse di cambiamento.
Intervengono i candidati locali, senza poter elencare tutti e tutto quello che è stato detto: Andrea Bui dal collegio dell’Emilia, Alessandro Bernardi che inizia con “benvenuti a Sherwood” ricordando che UP ha contro tanti sceriffi di Nottingham e un principe Giovanni, Mario Draghi.
Mauro Collina ricorda l’antifascismo partendo dalla battaglia della Bolognina, svolta proprio in uno degli edifici della piazza tra i fascisti e i partigiani reduci dalla battaglia di Porta Lame.
Francesca Fortuzzi ricorda due modi di fare antifascismo concreto: abolire la legge 54/2006 e l’abolizione della possibilità dell’obiezione di coscienza. Sulla lotta contro l’autonomia differenziata intervengono Maria Longo e Natale Cuccurese. L’economista Pier Giorgio Ardeni sulle coperture finanziarie e contro il “modello Emilia Romagna”, diventa ormai regione ex rossa.
Dal palco interviene anche Noemi Curione, che centra il suo intervento sulla condizione giovanile e le lotte che dai settori giovanili sono cominciate in questi anni, a partire da quella contro l’alternanza scuola/lavoro, esplosa con le morti di ragazzi che avrebbero dovuto essere sui banchi e che ha portato anche alla repressione coi manganelli nelle piazze e con le inchieste. Curione attacca frontalmente chi spaccia le idee della “buona alternanza”, la “logistica etica” (riferendosi ai tentativi dell’amministrazione comunale di rilegittimare i sindacati confederali dentro il comparto) e anche che pretende di rappresentare gli “invisibili” facendosi eleggere con chi ha fatto i decreti Minniti e gli accordi con la guardia costiera libica per gestire i lager al di là del Mediterraneo.
Gli interventi conclusivi sono quelli della capolista alla Camera Marta Collot e del portavoce nazionale di Unione Popolare Luigi de Magistris.
Intervento di Marta Collot: https://fb.watch/fidfAL1bIY/
L’intervento di Marta Collot restituisce il senso della candidatura di unione popolare, dalle inoltre portate avanti in questi anni alle proposte avanzate e ignorate dal sistema: nazionalizzazioni, salario minimo, legge anti-delocalizzazioni, il reato di omicidio sul lavoro, l’abolizione dell’alternanza scuola/lavoro. E soprattutto su qual è la parte che Unione Popolare vuole prendere: “Noi non vogliamo far contenti tutti, noi siamo dalla parte di chi lavora, dei giovani, delle donne, di chi lotta e viene represso. Siamo l’altra parte del paese rispetto alle multiutility che non vogliono pagare le tasse sugli extra profitti, rispetto ai politici che hanno privatizzato tutto, rispetto a padroni padroncini che non vogliono pagare stipendi dignitosi”.
Il portavoce Luigi de Magistris chiude indicando come costruire la campagna, prima di tutto a parlare con Chi sostiene ed è giustamente demoralizzata dalla grande politica, e andando alla ricerca delle speranze di rivoluzione di questi anni tradite dal Movimento 5 Stelle che ha governato con chiunque pur di governare e dalle stampelle del PD.
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Corrado Sacchi
Per ora sono intenzionato a votarti. Aiutami a non recedere dalle mie intenzioni. Richiamami i punti salienti del tuo programma. Io ho 86 anni. Ho sempre votato PC e poi i vari figli e nipoti. Oggi non me la sento di votare PD e soci,anche se questo comporta di negare il mio voto ad amici di lunga data, come Andrea e Virginio.