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Bologna. L’Accademia delle Belle Arti revochi l’accordo con università israeliana

Negli scorsi mesi ci siamo mobilitati chiedendo che l’arte non si arruoli per recidere gli accordi che l’Accademia delle Belle Arti di Bologna ha con la guerra e con il genocidio, in particolare con l’università Shenkar di Tel Aviv.

Non possiamo tollerare un’arte schierata al fianco della guerra e del genocidio che Israele sta portando avanti con la complicità del nostro Governo e la sinergia del mondo della formazione.

Infatti l’Italia schierata contro la resistenza palestinese, non solo è in prima linea nella guida militare della missione Aspides nel Mar Rosso, ma utilizza persino la ricerca degli studenti universitari a disposizione delle filiera bellica. Un discorso che non implica solo studi scientifici, ma persino la nostra accademia che vede l’università Shenkar di Tel Aviv utilizzare l’art design per strumentare docce da campo, equipaggiamenti militari ad uso dei coloni israeliani.

Inoltre assistiamo anche a un’intransigenza sempre maggiore del Governo nelle questioni delle università, accompagnata da una repressione degli studenti che manifestano, dall’America fino all’Italia.

Davanti a tutto ciò, il boicottaggio accademico è più che necessario, e lotteremo con tutti i mezzi necessari per ottenere una vittoria concreta.

Per questo chiediamo un consiglio accademico straordinario pubblico e subito, convocato con anticipo, e che discuta la mozione presentata più volte dalla componente studentesca e docente del nostro ateneo.”

Gli studenti, le studenti, i docenti e le docenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna in mobilitazione per la Palestina.

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Qui di seguito la richiesta degli studenti di convocare un Senato Accademico straordinario per discutere della sospensione degli accordi con l’università israeliana Shenkar.

Alla cortese attenzione dei membri del Consiglio Accademico dell’Accademia di Belle Arti di Bologna Oggetto: richiesta di convocazione di un Consiglio Accademico straordinario pubblico VISTO l’art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, che stabilisce che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; (…)” VISTA la risoluzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, a titolo “Azioni illegali di Israele nella Gerusalemme Est occupata e nei territori palestinesi occupati”, presentata da 40 Stati e approvata in seno all’organo prima citato; e la recente risoluzione approvata presso l’Assemblea Generale dell’Onu che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, e la raccomandazione al Consiglio di Sicurezza di “riconsiderare favorevolmente la questione”; VISTO il conteggio ufficiale dei palestinesi uccisi a Gaza, di quasi 40.000 morti e l’aumento drammatico delle tensioni internazionali negli ultimi anni e l’ulteriore escalation nel conflitto; VISTO il processo presso Corte Internazionale dell’Aja intentato dal Sudafrica contro Israele per violazione della Convenzione sul Genocidio e la necessità di adottare pratiche di autotutela da parte dell’Accademia, per evitare che la possibile condanna del governo israeliano coinvolga a cascata anche l’Accademia di Belle Arti di Bologna;

CONSIDERATI i crimini di guerra contro l’umanità– ampliamente documentati compiuti da parte dell’esercito israeliano e la partecipazione dell’Università Shenkar di Tel-Aviv nel sostegno di tale esercito con le modalità documentate (link: https://drive.google.com/file/d/1Yv6bH3s_EH5nEGnqP0P6nB7FgtFxDpV0/view?usp= drivesdk ); e considerato che mantenere relazioni con l’università non solo compromette gravemente la reputazione e l’immagine dell’ Accademia di Belle Arti di Bologna ma risulta anche lesiva della dignità degli studenti e dei docenti dell’Accademia;

CONSIDERATO che la nostra Accademia ha relazioni aperte con lo Stato di Israele in particolare l’accordo Erasmus+ con l’università Shenkar di Tel Aviv, università i cui studenti partecipano alla progettazione di equipaggiamenti militari e altri strumenti ad uso bellico utilizzati dai coloni israeliani nel massacro del popolo palestinese, ad esempio docce da campo e kit vari (tutto presente nella documentazione al sopracitato link);

CONSIDERATE le mobilitazioni degli studenti di tutto il mondo che hanno interessato anche l’Accademia di Belle Arti di Bologna; CONSIDERATE le pratiche che si stanno adottando in altre università italiane ed estere tra cui le dimissioni del Rettore dell’Università di Bari dalla Fondazione Med-Or legata a Leonardo SpA, la decisione del Senato Accademico dell’Università di Torino, Bari e della Scuola Normale di Pisa di non partecipare e riconsiderare il Bando MAECI; il Trinity College a Dublino che “completerà il disinvestimento di fondi da aziende israeliane che hanno attività nei Territori palestinesi occupati e figurano nella lista nera dell’Onu e si impegnerà a disinvestire da altre aziende israeliane”; l’università di Barcellona che interrompe gli accordi con le università israeliane; le 77 università spagnole che si impegnano a “rivedere e, in caso fosse necessario, sospendere gli accordi di collaborazione con università e centri di ricerca israeliani”; il Pitzer College in California che chiude gli accordi di studio all’estero con l’università di Haifa; CHIEDIAMO: LA CONVOCAZIONE URGENTEDI UN CONSIGLIO ACCADEMICO STRAORDINARIO, FISSATO CON ANTICIPO E PUBBLICO, PER DISCUTERE LA MOZIONE PRESENTATA PIÙ VOLTE DALLA COMPONENTE STUDENTESCA E DOCENTE DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI

Gli studenti, le studentesse, i docenti e le docenti dell’Accademia in mobilitazione per la Palestina

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