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Roma. Da oggi chiusa anche la Casa delle Culture. La desertificazione avanza

Nella Capitale la desertificazione culturale e sociale avanza a passi da gigante. Tra procedure contabili, burocrazie, sgomberi, evocazioni alla legalità, complicità o inerzia delle amministrazioni locali (Regione, Comune) continuano a chiudere centri culturali, spazi sociali, associazioni. Oggi è stato il turno della Casa delle Culture, un luogo e un associazione storica a Roma che in questi decenni ha ospitato una molteplicità infinita di iniziative culturali, teatrali, politiche. Una chiusura dolorosa per molti che spesso hanno trovato ospitalità e attenzione in questo luogo collocato a Trastevere. In questi ultimi quindici mesi hanno fatto chiudere la Casa della Pace a Testaccio, l'Init, e prima ancora il Circolo degli Artisti, hanno sgomberato il Corto Circuito, prima sgomberato e demolito Scup, e qualcos'altro siamo sicuri di essercelo dimenticato. Luoghi vivi, vivibili e socializzati sono ridotti a porte sigillate, serrande abbassate, macerie abbandonate, desertificazione e nuovamente degrado del territorio. Questa è Roma oggi. Un deserto che rischia di allargarsi e mortificare una città che è stata tra le più vive di questo paese. Regione e Comune ne portano la piena responsabilità.

Qui di seguito pubblichiamo la lettera, amarissima, degli animatori della Casa delle Culture, tra cui l'attore Marco Carlaccini – da sempre disponibile a mettere le sue capacità a disposizione di iniziative (è sua la lettura del Manifesto dei Resistenti o di quel "Io so" di Pier Paolo Pasolini nella serata organizzata da Contropiano per il quarantesimo anniversario della Strage di Piazza Fontana) – e Franco Ottaviano con cui ci siamo confrontati in innumerevoli occasioni dalla metà degli anni Novanta in poi.  A Marco, Franco e agli animatori della Casa delle Culture va tutta la nostra solidarietà.

(la redazione di Contropiano)

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CHIUSO IL PORTONE DELLA SEDE STORICA DELLA CASA DELLE CULTURE
 
Grazie al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, la sede della Casa delle Culture di Roma, da questa mattina, non esiste più!
 
Dopo anni di battaglie, di richieste di assegnazione, di promesse, questa mattina hanno definitivamente chiuso la sede di via San Crisogono.
La nostra storia di oltre 60 anni di attività (senza nessun tipo di sovvenzionamento pubblico), la nostra presenza come luogo sociale culturale e politico sulla città (aperto tutti i giorni dalla mattina alla notte per undici mesi all'anno), non ha interessato la Regione Lazio, che, non contenta, ci beffa inaugurando un altro spazio ( che dovrebbe diventare la Casa delle Culture) investendoci sopra circa 800.000 euro.
Ci sembra una lunga e funesta scia quella dello sfratto delle associazioni: chiudono i portoni senza riguardo, senza badare alle attività, senza interloquire, senza nessun tipo di confronto.
Eppure il programma elettorale dell'assessore alla cultura Lidia Ravera recita cosi: <…Penso che devi trattare il "bene culturale" come se fosse un cosa tua, se una cosa è tua, te ne prendi cura. La valorizzi, la vivi, la mostri con orgoglio. Non la svendi. Non la trascuri. Non la lasci cadere a pezzi…>.
Quello di Zingaretti cosi: <.. In questi anni sono stati commessi tanti errori e, sicuramente, uno di questi è stato considerare la cultura come un semplice settore da finanziare, un capitolo marginale dell’agenda di governo, dimenticando che la cultura permea le nostre vite in ogni aspetto, perché produce pensiero, identità, cittadinanza. E’ la cultura che ci rende quello che siamo. E’ la cultura che rafforza la coesione sociale. Ed è la cultura che può aiutare oggi la ripresa della nostra economia…>.
Ci sembra chiaro che queste parole servono solo a cercare voti in campagna elettorale, subito dopo (almeno per noi), c'è solo silenzio, prese in giro, promesse non mantenute, domande senza risposta.
Per anni, un ufficio ci ha tranquillizzato promettendoci l'assegnazione, l'altro ufficio nel frattempo ci faceva causa. Quando i tempi si sono fatti sempre più stretti, non ci hanno più ricevuti, non hanno più risposto a lettere, mail, fax, telefonate: ci hanno letteralmente ignorato con grande superbia. Vuoi poi il caso, il destino.. chissà? Arriva la visita "a campione" dei vigili del fuoco che blocca tutte le attività della sede per mancanza di requisiti a norma di legge. Ci hanno messo in ginocchio, con accanimento! Senza regolare assegnazione impossibile ogni resistenza anche perchè la sede, nonostante i precedenti interventi fatti a nostre spese, oggi avrebbe bisogno di ingenti opere di ristrutturazione senza le quali sarebbe a rischio l’incolumità di chi vi opera e dei partecipanti.
Ci aspettiamo che chiunque abbia partecipato alla vita della Casa delle Culture ( associazioni, movimenti, partiti, singoli artisti, gruppi, compagnie, pubblico, cittadini, ecc.) voglia esprimere il proprio ringraziamento alla Regione Lazio per avere soppresso un fastidioso presidio cittadino, mandando una mail ai seguenti indirizzi: lravera@regione.lazio.it presidente@regione.lazio.it con la cortesia di metterci in copia info@casadelleculture.net
Roma, 30 novembre 2016
 
Marco Carlaccini – Patrizia D'Orsi – Franco Ottaviano
 
Casa delle Culture di Roma
www.casadelleculture.net info@casadelleculture.net

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1 Commento


  • Valentina

    Perché incolpate il Comune di Roma quando nella lettera si attribuiscono responsabilità soltanto alla Regione Lazio?

     

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