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Tagli selvaggi nella Riserva di Malafede. Estrema unzione ai nostri polmoni

Dopo aver sventato tre anni fa l’abbattimento degli alberi secolari di Capocotta nella riserva naturale di Decima Malafede a Roma, autorizzato dall’Ente Roma Natura alla proprietà Vaselli, nelle date 19 Settembre 2017 e 19 Ottobre 2017 venivano ancora rilasciati sia il nulla osta e sia l’autorizzazione per la deforestazione delle spallette boschive di Castel Romano. 

Stiamo parlando di 21 ettari di bosco misto (Quercia, Cerro e Leccio, Corbezzolo, Lentisco, Fillirea, Ginestra, Perastro, Prugnolo), con presenza di numerose specie faunistiche come il Falco pecchiaiolo, la Poiana, il Tasso, l’Istrice, oltre a diverse specie di uccelli. Questo latifondo è di proprietà della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli – denominata Propaganda Fide – , organizzazione religiosa per la gestione della proprietà agricola, detentrice di estese proprietà immobiliari nell’Agro Romano e i terreni di pertinenza sono stati dati in gestione alla società agricola “Le Tenute s.r.l.” di cui è amministratore Monsignor Viale Ermes Giovanni, responsabile anche della Congregazione, che ha chiesto l’autorizzazione al’attuale taglio dei boschi di cui sopra.

Nonostante l’evidenza, il Presidente dell’Ente Roma Natura, Maurizio Gubbiotti, che possiamo soprannominare “segambiente”, il 10 marzo 2018 dichiarava, con tanto di comunicato stampa, che “l’autorizzazione al taglio è una bufala”, mentre invece era stato lo stesso Ente da lui presieduto, che lo aveva autorizzato già nel settembre precedente, come meglio specificato all’inizio di questo articolo.

A completare il tutto arrivava anche l’autorizzazione della Città metropolitana di Roma Capitale (Dipartimento VI “Pianificazione territoriale generale” – Servizio 3 “Geologico e difesa del suolo, protezione civile in ambito metropolitano”) per il taglio boschivo.

Nonostante le proteste di tanti cittadini e Associazioni, giovedì 15 Marzo 2018 le motoseghe di Propaganda Fide hanno cominciato a tagliare i 21 ettari di bosco a Castel Romano.

L’Ente pubblico Roma Natura nei suoi scopi prioritari dovrebbe proteggere le aree naturali del comune di Roma e non abbatterle. Nel suo sito si legge: “La Riserva naturale Decima Malafede è la più grande area protetta del sistema dei parchi, le maggiori aree boschive dell’Agro Romano sono comprese in questa zona e costituiscono una delle maggiori foreste planiziali del bacino del Mediterraneo”.

Insomma, incredibilmente sono prevalsi gli interessi economici privati (legna da ardere e da vendere!) della congregazione religiosa rispetto alla tutela della natura.

Dobbiamo denunciare anche l’assenza del piano di assetto, che con le sue prescrizioni e tutele avrebbe ridimensionato le pretese privatistiche su tutta la Riserva, ma dal 1997 ad oggi, nessuna Giunta della Regione Lazio l’ha mai approvato/adottato.

Un’altra mazzata in questo caso “nazionale”, è il Testo Unico sulle Foreste che consentirebbe il disboscamento selvaggio.

Di seguito uno stralcio dell’appello di 40 Associazioni e Comitati al Presidente Mattarella per non firmare il decreto: “Apre al taglio per biomasse, spacciandolo per gestione sostenibile, e ignorando l’inquinamento che determinano. Usa termini come “ boschi abbandonati”. Così facendo contrasta la naturale espansione delle foreste. Inoltre, lascia alle regioni la libertà di escludere la macchia mediterranea dalla definizione di bosco, con la caduta di ogni vincolo sulle nostre coste, lasciandole vulnerabili alla cementificazione. Oltre a ciò sembrano escluse dalla definizione di bosco tutte le foreste piantate su aree agricole, dando un sostanziale via libera al taglio e abbandonando “la politica storica di rimboschimenti, dalla Legge Serpieri alla mastodontica opera di riforestazione del Corpo forestale dello Stato, non a caso soppresso un anno fa, forse proprio per far spazio a questa legge. Denunciamo come il governo Gentiloni volesse emanare una nuova legge forestale che darebbe il via libera a un vero e proprio assalto ai boschi italiani, permettendo un uso predatorio a discapito della loro qualità ambientale. La proposta del governo èdel tutto antiscientifica”, con l’intento di far passare l’idea che il bosco non possa svolgere le proprie funzioni ecologiche senza un pesante intervento umano, quando invece si tratta di ecosistemi che si sono evoluti in decine di milioni di anni. Si tratta di una vera e propria ideologia auto-referenziale che nasconde in realtà le mire di chi vede nel bosco un mero fattore di profitto.

A pieni polmoni gridiamo non toccate l’ambiente boschivo e agiamo in difesa degli alberi, ossigeno essenziale alla nostra vita.

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1 Commento


  • italia dadduzio

    Ma che cosa c’è da commentare? Non lasciano in pace niente e nessuno. Bisognerebbe agire invece di commentare…. peccato che non ho più l’età per “agire” come vorrei.

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