“Salvini-Raggi, la vostra sicurezza è la nostra miseria”. Con questo striscione e alla vigilia del dibattito alla Camera sul Decreto Salvini, ieri c’è stato un Sit-in al Campidoglio per chiedere che anche il Comune di Roma faccia come Torino, Firenze, Brindisi, Bologna e chieda la sospensione del Decreto sicurezza di Salvini.
Poco prima del sit in c’è stato un incontro tra una delegazione delle forze che hanno organizzato l’iniziativa e i capogruppo del consiglio comunale. Le risposte non sono state all’altezza del problema posto. I consiglieri affermano che il Comune non può fare nulla se prima non viene approvato il Decreto, bypassando il fatto che era proprio quello il problema posto, cioè che le amministrazioni comunali segnalassero al governo come l’attuazione del Decreto Salvini accentuerà enormemente i problemi di gestione dell’accoglienza dei migranti, anche e soprattutto nelle grandi città e nelle periferie di queste ultime. Una mozione parzialmente in questa direzione è stata presentata dal consigliere comunale Fassina.
Nella Capitale si susseguono infatti gli sgomberi e le minacce di sgombero degli edifici dove gli immigrati trovano riparo in assenza di qualsiasi programmazione pubblica dell’accoglienza. Via Scorticabove questa estate, e poi l’ennesimo sgombero del Baobab e le minacce di sgombero della ex Pennicillina, stanno lì a dimostrarlo. La gente finisce in mezzo alla strada e gli edifici continuano a rimanere vuoti, inutilizzati, degradati.
In piazza, dopo il resoconto dell’incontro c’è stata una sorta di assemblea in piazza in cui sono intervenuti esponenti di Noi Restiamo, Potere al Popolo, Asia, Usb, e la signora Annamaria, la donna sfrattata con la forza a Villa Gordiani alcune settimane fa che ha invitato a fare fronte comune di fronte ai problemi comuni. Sgomberare, sfrattare, mettere in mezzo alla strada le persone non è una soluzione, è solo una vergogna, anche se lo dice la legge.
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