Dopo la manifestazione fiume di inizio gennaio, la pausa forzata a causa del Covid, la ripresa delle attività con la fine del lockdown con presidi, aperitivi, raccolta firme ecc., gli abitanti della Valle Galeria, guidati dal Comitato Valle Galeria Libera, riprendono la piazza e la via della lotta contro la costruzione della discarica di Malagrotta 2.
Nella piazza incrocio tra via della Pisana e via Malnome, quella che porta alla discarica, i presenti hanno dato vita a un presidio di ripresa delle iniziative (in programma per ora la seconda tappa della campagna “Roma Siamo Noi”) in vista di un autunno che si preannuncia caldo per la Valle, al grido di “arrestiamoli!”.
Dal camioncino allestito per l’occasione, vari membri del Consiglio del Comitato, gli abitanti, il neo costituitosi Comitato giovani, accompagnati dalla musica di tre gruppi musicali solidali con la battaglia, hanno infatti scandito il secco No al sito di Monte Carnevale come quello indicato per la nuova discarica romana.
Un No che ha il sapore amaro del tradimento subito dalla Valle da tutte le forze politiche che hanno attraversato soprattutto in tempi elettorali il territorio, promettendo ciò che poi non hanno avuto il coraggio e l’interesse di mantenere: il veto politico alla “nuova Malagrotta”.
Si è scritto politico, perché quello “scientifico” è stato ampiamente reso palese da tutte le voci interpellate (dal Ministero, all’Enac, all’Interforze ecc.) alla Commissione servizi convocata e tenutasi online in tutta fretta nientemeno che il 14 agosto.
Una data puzzolente come i miasmi che ancora invadono e ammalano la Valle, dove la Direttrice regionale per le politiche ambientali e del ciclo dei rifiuti della Regione Lazio, Flaminia Tosini, balbettando senza respingere ogni obiezione mossa dagli esperti, ha de facto dato mandato politico al completamento dell’opera.
Ma quando le istituzioni abbandonano gli abitanti, a questi non resta che organizzarsi e “mettersi in proprio” per continuare la lotta contro ingiustizia, malaffare e speculazione.
A questa esigenza risponde infatti l’azione fatta un po’ a sorpresa dal Comitato, quando ha invitato tutti i presenti a riversarsi nella strada con continui attraversamenti della carreggiata.
Il risultato è stato alzare l’attenzione sulle rivendicazioni della lotta creando un po’ di disagio a quella circolazione che tutti i giorni vede fare avanti e indietro mille camion carichi dei rifiuti che devastano il territorio, ma allo stesso tempo non cadendo nel trappolone del reato di blocco stradale, tornato penale con l’infame decreto Salvini – a proposito del tradimento generale di tutto l’arco parlamentare, mai messo in discussione dall’attuale governo.
Una bandiera bianca con un cuore rosso guidava il piccolo corteo improvvisato, mentre dal microfono saliva la voce di un membro del Comitato che annunciava «da oggi si cambia registro».
E come potrebbe essere altrimenti, quando tutte le ragioni esposte dalle varie istituzioni tecnico-scientifiche (di solito curiosamente osannate dalla retorica mainstream) non bastano a contenere la sete di denaro dell’indecente classe politico-imprenditoriale di questa città?
La sentenza del Tar attesa per il prossimo gennaio potrebbe essere troppo lontana, il tempo stringe perché nonostante la miriade di pareri negativi a Monte Carnevale i lavori proseguono, e in Valle corre la necessità di riattivare l’anima resistente portata in piazza l’11 gennaio.
Perché di fronte all’ingiustizia, a una classe imprenditoriale criminale, a una rappresentanza politica succube o incapace, la risposta o è di massa o non è.
Alla Valle Galeria tutta, così come alle forze conflittuali e solidali, il compito di metterla in campo.
Di seguito, alcuni video e fotografie della giornata.
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