Con l’assemblea su Roma Città Pubblica di luglio 2020 e poi con la decisione della assemblea territoriale di Roma presa a marzo, Potere al Popolo ha deciso di voler essere presente nelle elezioni comunali di Roma 2021.
Abbiamo chiarito in questi mesi la nostra convinta disponibilità ad affrontare questa scadenza in coalizione con altre forze che esprimono una visione alternativa sulle priorità sociali della città rispetto a quelle affaristiche e fondate sulla supremazia degli interessi privati. Una visione ed una proposta alternativa che per Potere al Popolo deve ispirare la coalizione possibile sia al primo turno che al ballottaggio, respingendo il ricatto del voto utile. Oggi, con Pd, M5S, Lega tutti insieme nel governo Draghi il ricatto del meno peggio non ha ragione di esistere.
Coerentemente a questa scelta abbiamo chiesto e realizzato incontri bilaterali con altre forze sociali e politiche della città (dalla Coalizione del conflitto animata dai movimenti per il diritto all’abitare al Prc, a Sinistra Anticapitalista ed altre), fino ad arrivare ad una prima riunione “larga”, di una possibile coalizione.
Nel confronto sono emerse convergenze importanti, a partire dai contenuti programmatici, fino alla posizione da tenere nel ballottaggio. Dunque, sul piano politico è evidente che non esistono elementi ostativi ad una convergenza.
Si rilevano invece problemi sul candidato/candidata sindaco in grado di rappresentarla verso l’esterno e di garantire la tenuta politica (e non solamente elettorale) tra le varie realtà sociali e politiche.
Già ci sono delle proposte sul campo (Paolo Berdini ed Elisabetta Canitano) ed altre potrebbero legittimamente arrivare. La proposta di candidato/a sindaco/a della possibile coalizione non potrà che essere condivisa da tutte le forze interessate a realizzarla.
Su questo assistiamo ad alcune resistenze sulla base di fatti compiuti, rispetto ai quali già a dicembre, nell’assemblea “Roma 2021. E’ ora che se ne parli”, avevamo chiesto di fermare i motori e tenere conto -in vista della disponibilità dei movimenti per il diritto all’abitare- della nuova possibilità di coalizione ampia che si andava creando nella città.
Nei prossimi giorni si cercherà di trovare una soluzione per poter finalmente avviare il percorso della campagna elettorale. In tutto il paese, infatti, si sta rendendo manifesta la polarizzazione del conflitto sociale e politico, con una crisi che si aggrava ogni giorno di più e i costi scaricati sulle classi popolari.
Le vicende di questi giorni (dalla brutale repressione in Val di Susa, fino al licenziamento fascista del sindacalista Usb a Taranto) ci dicono che -in assenza di un nuovo campo politico capace di rappresentare e dare forza a un’alternativa democratica e popolare al sistema- il governo Draghi di Lega, Pd, Leu e Movimento 5 stelle ci lascerà solamente terra bruciata in campo di diritti sociali e civili, con un prezzo drammatico da pagare per chi già stava con l’acqua alla gola e per le prossime generazioni.
In questo senso, come Potere al Popolo lavoriamo per dare un senso concreto alle elezioni comunali (in cui noi saremo comunque in campo), che non può fermarsi alla semplice sommatoria di sigle, ma che vada precisamente nella direzione di questo nuovo “campo politico”, che già va definendosi in tutto il paese, a partire dalle forme di ribellione nei posti di lavoro e sui territori, fino alle lotte per il diritto all’abitare e per ricostruire una sanità pubblica dignitosa.
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