Dopo 75 anni di occupazione da parte di Israele, dopo un mese di assedio di Gaza, dopo oltre 9.000 vittime civili, di cui il 70% donne e bambini, mentre il diritto internazionale giorno dopo giorno viene ignorato e si permette che un genocidio avvenga, mentre il dissenso viene criminalizzato: noi, come studenti della Sapienza, non possiamo rimanere a guardare.
Con tre settimane di proteste contro il caro affitti in tenda a piazzale Aldo Moro avevamo già detto a chiare lettere che pretendiamo che i fondi vengano stanziati per i diritti sociali: casa, studio e salute e non alla guerra; oggi ci schierisapamo contro il genocidio portato avanti da Israele con l’appoggio dell’occidente e nell’assordante silenzio di stampa e media.
La nostra Università si è schierata con Israele senza se e senza ma, cosa che non stupisce visti i molteplici accordi che legano il mondo della formazione e ricerca all’apartheid israeliano e alle industrie e aziende belliche (Leonardo S.p.A. in primis).
Chiediamo un immediato incontro con la Rettrice Polimeni affinché si esponga su queste questioni e denunciando il massacro che Israele porta avanti da decenni sul popolo palestinese.
Rimettiamo quindi ora le tende per chiedere di nuovo più fondi alle spese sociali, più fondi alla casa e al diritto allo studio, non più fondi alla guerra, non più fondi a Israele. Chiediamo la rottura immediata degli accordi del nostro ateneo con Israele e con tutta la filiera della guerra.
Il 4 novembre saremo di nuovo in piazza a Roma ,alle ore 14:00 a piazza Vittorio, contro tutte le guerre e per la revoca degli accordi militari tra Italia e Israele.
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