La storia di Gianluca Trasmondi è quella di un militante comunista che non ha mai piegato la testa e non si è mai genuflesso alle sirene del potere. Le battaglie sociali in un quartiere proletario erano all’ordine del giorno e Gianluca, insieme ad altre compagne e compagni, ne è sempre stato l’artefice. L’occupazione del CSOA Il Faro fu un’esperienza fondamentale per dare diritti e dignità, in quella periferia dimenticata di cui lui era uno dei figli migliori.
Il coordinamento dei centri sociali occupati autogestiti, uno strumento con cui la comunità del Trullo e Gianluca cercarono di piegare le politiche delle varie giunte comunali agli interessi popolari. Poi gli sportelli e il lavoro con l’Asia, in un contesto dove essere comunisti significa risolvere i problemi immediati in un luogo dove il conflitto è l’unico strumento per la trasformazione urbana.
Non ti sei mai fermato Gianluca. Sul lavoro si organizza naturalmente con il nostro sindacato, l’Unione Sindacale di Base. Si impegna, lotta, raccoglie firme per l’omicidio sul lavoro e sul salario minimo. La scuola Baccelli, occupata con la sua comunità, diventa l’ennesimo faro nella sua borgata. La palestra, la socialità, la lotta con i compagni e le compagne. Per lui militante comunista, da sempre, erano una ricomposizione di una speranza irriducibile, anticapitalista e determinata a costruire un altro mondo possibile.
Ciao Gianluca, il tuo fiore lo coltiveremo quotidianamente, sarai sempre al nostro fianco. Ci sono morti che pesano come piume, altre come montagne. Anche nel tuo nome, noi continuiamo.
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