Menu

Roma. Boicotta Louis Vuitton! boicotta Israele!

La vostra moda “inclusiva” supporta il genocidio in Palestina

Sabato 9 marzo ore 11 – Via dei Condotti 13

Il magnate Bernard Arnault, patron di Moet Hennessy Louis Vuitton (LVMH) investe nell’azienda di cybersicurezza israeliana Wiz in fortissima crescita in questi anni. La LVMH è una holding multinazionale specializzata in beni di lusso che gestisce 75 marchi. Tra questi Louis Vuitton, ma anche Christian Dior, Fendi, Givenchy, Marc Jacobs, Sephora, e Bulgari. Recentemente LVMH ha anche investito in una società israeliana di produzione di diamanti Lusix.

Proprio il marchio di alta moda Louis Vuitton nel 2021 aveva ricevuto una giusta ondata di critiche per aver commercializzato una Kefiah tingendola provocatoriamente con i colori della bandiera israeliana. Un prodotto venduto a 750€ al pezzo per un’operazione di mercato che mirava a fare profitto su un simbolo della lotta palestinese.

Il modello occidentale che si basa su imperialismo e capitalismo non si ferma davanti a nulla: mentre gli azionisti di Louis Vuitton investono sulla cybersecurity, si usano le lotte delle donne ai fini di profitto e per simulare un’immagine progressista. Infatti, il marchio sui propri media fa vanto dell’alto livello di inclusività della propria azienda, non facendo mancare nulla al proprio corredo di “diversità”: dalle donne alle soggettività LGBT+, alla disabilità, alle persone razzializzate. Non c’è discriminazione nella strumentalizzazione ai fini di marketing.

Ci chiediamo però dalla parte di quali donne e libere soggettività può essere una multinazionale che investe milioni in aziende complici dello sterminio di un popolo. Il sito di Louis Vuitton fa persino riferimento all’agenzia delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne, la stessa agenzia che poche settimane fa ha pubblicato un report che mostra che le maggiori vittime di quanto succede in Palestina siano proprio queste, che insieme ai bambini compongono il 70% delle vittime, tanto che si conta che a Gaza una madre viene ammazzata ogni due ore.

Se i grandi capitali investono in armi e cybersecurity cercando di coprire le proprie colpe sotto strati di pink e rainbow washing, i nostri governanti fanno il loro gioco e quello di Israele, non solo negando il genocidio in corso, ma entrando in guerra in supporto dello stesso, come ha appena fatto il parlamento italiano votando a favore della missione Aspides nel Mar Rosso compattando destra e sinistra, inclusi i Cinque Stelle.

Chiamiamo al boicottaggio di LVMH e di tutti i marchi che hanno collaborazioni con Israele o lo finanziano per far sentire la nostra voce al fianco del popolo palestinese. Queste azioni fanno la differenza, come è stato dimostrato dalla rottura degli accordi di Iren con Mekorot e dalle pressioni che stiamo facendo con la campagna di boicottaggio a Carrefour, McDonald e Teva.

Continuiamo a lottare per una Palestina libera nella giornata dell’otto marzo, da sempre simbolo della lotta delle donne, e oltre, perché nessuno ci strumentalizzi mentre compie lo sporco gioco di Israele traendone profitto, e perché non ci sarà mai la nostra liberazione senza la liberazione della Palestina.

Secchiate di rosa e arcobaleno non bastano a coprire il sangue sulle vostre mani!

L’alta moda finanzia il genocidio!

#boicottaLouisVuitton

#8marzo #palestinalibera

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *