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Anche da Regione Lazio e Comune di Roma menzogne propaganda sul salario minimo

Una volta passato all’opposizione, insieme alle altre forze di centrosinistra, il PD sta usando strumentalmente una vasta gamma di temi sociali per fare propaganda. Fra questi, il salario minimo sembra stargli particolarmente a cuore. Così da mesi sperano di ripulirsi l’immagine – con un occhio alle prossime elezioni europee – e di farci dimenticare quali sono i reali interessi che difendono e hanno difeso durante i vari governi, da Monti a Draghi.

Come già avvenuto in modo simile a Firenze, Napoli e altrove, il Consiglio della Regione Lazio ha approvato un documento a firma Alessio D’Amato (Azione) che impegna la giunta, nelle procedure di assegnazione degli appalti, ad imporre l’applicazione di contratti per i lavoratori delle aziende appaltatrici di almeno 9 euro l’ora. Gli ha fatto eco il consigliere comunale di Roma Capitale Dario Nanni, con una proposta di deliberazione sostanzialmente analoga.

Una truffa bella e buona, perché la normativa vigente sugli appalti, come meccanismo per incentivare migliori condizioni salariali, non consente di fissare un limite minimo al salario per le aziende appaltatrici, ma solo di indicare quale contratto nazionale applicare e al più di premiare le aziende che propongono i salari più alti.

Quindi, anche ad essere ottimisti sulle intenzioni dei consiglieri e della giunta, con quali strumenti pensa Alessio D’Amato di verificare il rispetto di questo vincolo scritto nero su bianco nella sua mozione?

È difficile essere credibili verso i lavoratori e le lavoratrici, se gli interessi da difendere sono altri: l’unico strumento che si può usare è la vuota propaganda. In una città come Roma, che grazie al Giubileo sta diventando un cantiere a cielo aperto, il tema del salario e della sicurezza sul lavoro non può essere affrontato come uno specchietto per le allodole.

In questo paese i salari reali sono rimasti quelli di trent’anni fa, le politiche di privatizzazione, esternalizzazione e precarizzazione hanno eroso, a tutto vantaggio delle imprese, ogni forma minima di tutela delle condizioni di lavoro – a cominciare da una paga dignitosa e dalla sicurezza, un tema che negli ultimi mesi abbiamo visto esplodere in tutta la sua gravità, con le stragi di Brandizzo, Firenze e Suviana.

Come Potere al Popolo abbiamo contribuito alla campagna per il salario minimo a 10€ indicizzato all’inflazione, perché crediamo che le paghe da fame debbano essere considerate un crimine, e per questo abbiamo raccolto decine di migliaia di firme per una Legge di Iniziativa Popolare depositata in Parlamento, che con totale disprezzo di ogni elemento minimo di democrazia nessuna forza in Parlamento sta prendendo in considerazione.

A Roma, come in altre città, lottiamo da sempre per le internalizzazioni nelle aziende del servizio pubblico come ATAC e AMA, e a fianco dei lavoratori continueremo a farlo.

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