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Il modello Giubileo non riceve indulgenze dalle periferie

Ieri Tor Bella Monaca è stata teatro di un evento che ha reso plasticamente l’arroccamento del partito unico degli affari e della speculazione in un quartiere blindato dalle forze dell’ordine, in opposizione alle periferie che non accettano più di subire sulla propria pelle gli effetti di una città piegata agli interessi privati.

Il modello Gualtieri si prepara a un salto di qualità col Giubileo, che oltre all’ulteriore mercificazione della capitale porta con sé anche il superamento di una normale dialettica democratica nei poteri speciali conferiti a Roma Capitale. Una nuova governance che è condivisa da centrodestra e centrosinistra, come appunto ha mostrato l’iniziativa organizzata al Polo Culturale del VI Municipio.

Con un titolo che sa di presa in giro (“Giubileo delle periferie“), hanno preso parola il sindaco Gualtieri e il presidente della Regione Lazio Rocca in un confronto in cui era presente anche il vicepresidente della Camera e deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli. A dimostrazione di come il progetto Giubileo sia condiviso da tutta la classe politica.

Fino ai livelli più legati al territorio, come il presidente del Municipio Franco e Don Coluccia, che ha aperto le porte al modello Caivano al Quarticciolo. Perché è questo l’obiettivo: deregolamentare la gestione dei quartieri, offrirli alla speculazione e alla cementificazione, imporre la pacificazione sociale tramite misure repressive e di sorveglianza.

Altro che Giubileo delle periferie, a cui infatti ha risposto un presidio che ha visto un centinaio di manifestanti opporsi a questa deriva. Erano tante le sigle presenti: ASIA, Movimento per il diritto all’abitare, Potere al Popolo, USB, Comitato Sì Parco No Stadio (a Pietralata), Donne De Borgata, Ecoresistenze, Comitato di Casal Selce e altre associazioni contro gli inceneritori, Cambiare Rotta, OSA.

Tante situazioni che si sono unite nella costruzione di un’opposizione di piazza al modello Giubileo, identificato come il catalizzatore delle trasformazioni in atto a Roma. E che per questo si sono ritrovate in un quartiere blindato, a dimostrazione di come le periferie siano tutt’altro che affini alla logica delle grandi opere, al punto che solo un enorme dispiegamento come quello visto ieri può difendere la narrazione della classe dirigente.

Un passo importante in avvicinamento della manifestazione che si terrà il primo marzo, sotto la Regione Lazio alle ore 10, con lo slogan “Nessuna indulgenza per il modello Giubileo“. Il secondo atto di un percorso che sembra destinato a rafforzarsi, dopo aver colpito sul punto le contraddizioni della mercificazione della capitale.

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