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Stadio Roma. Il bosco esiste, continuiamo a difenderlo

Il dato preponderante che emerge dalla relazione tecnica del Dott. Agronomo Mauro Uniformi e del Dott. Forestale Marco Lelli riguardante parte dell’area boschiva della zona dove il comune insieme ai Friedkin vogliono far sorgere lo Stadio della Roma, è che il bosco di Pietralata esiste, al di là degli attacchi e della disinformazione che Dipartimento ambiente e la stampa più faziosa continuano a portare avanti.

Non solo, ma ai 7 mila metri quadrati di bosco individuati bisogna aggiungere “aree boscate di maggiori dimensioni” che, non si capisce perché, sono “esterne alle particelle oggetto di relazione”.

Nonostante queste pesanti considerazioni, suffragate anche da più di 10 anni di destinazione dell’area a verde pubblico (come ricordato durante 5 pagine di relazione) il pericolo non è scongiurato.

La conclusione azzarda infatti la possibilità, nel caso in cui la regione dia parere positivo, di cambiare la destinazione dell’area, abbattendo il bosco e per costruire lo stadio.

Un primo dato, rispetto a questo, è la conferma che le politiche comunali, regionali e nazionali devono procedere in sintonia per favorire al meglio la speculazione.

Questo è il principio dietro al Metodo Giubileo, ma anche quello a cui abbiamo assistito con la recente vicenda Milano: un unico partito del cemento trasversale a tutte le istituzioni e a tutti i colori politici.

Soffermiamoci poi sull’escamotage che permetterebbe l’abbattimento: il disboscamento sarebbe “compensato” con la piantumazione di un’altra area.

Lasciamo per ora da parte la noncuranza del comune che, come abbiamo già visto in altre zone di Roma, piantuma fregandosene delle prescrizioni su periodo dell’anno, distanza e manutenzione, risultando in un’altissima percentuale di fallimento.

Concentraliamoci invece sul vero problema, cioè che nessuna compensazione effettuata in altri luoghi può riparare la perdita di un polmone verde in una delle aree più urbanizzate di Roma, come sottolinea la stessa relazione.

Sappiamo benissimo che la risposta al “degrado”, termine utilizzato non a caso per poter nutrire i virgolettati dei giornali pro-Gualtieri, in cui versano le aree abbandonate non è il cemento, ma l’intervento pubblico che renda il bosco e tutto il verde di Pietralata pienamente fruibile dai quartieri interessati.

La nostra “riqualificazione” dei quartieri è questa: verde pubblico, servizi sanitari, case popolari garantite in ambienti sani.

Quello che ci continuano a proporre è invece la svendita ai privati e la distruzione del preziosissimo patrimonio che è da più di un secolo parte del paesaggio agricolo e naturalistico romano.

Noi non ci stiamo, da Pietralata al resto della città continueremo ad opporre le EcoResistenze a questo modello.

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