È stata un successo l’assemblea che si è svolta ieri mattina al Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz (MAAM). “Cambiamo tutto!” era lo slogan su cui è stata chiamata da Potere al Popolo, in continuità con l’assemblea nazionale omonima che si è tenuta lo scorso 25 ottobre al Nuovo Cinema Aquila.
Al centro di quest’ultima assemblea c’era la costruzione di un blocco sociale e politico nuovo, popolare, di classe, davvero alternativo. Un blocco caratterizzato dall’indipendenza politica da destra e centrosinistra, che da decenni governano il paese sugli stessi indirizzi generali, ma anche dal sindalismo concertativo e corporatistico di Cgil-Cisl-Uil.
Un blocco che sia caratterizzato dall’internazionalismo tanto quanto da proposte radicali a favore dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani che hanno diritto a un futuro di cui la cifra non sia il riarmo e la propaganda guerrafondaia di una classe dominante che, pur di provare a mantenere un’egemonia ormai andata in pezzi, è pronta a far bruciare il pianeta, o con le armi o ignorando il collasso ambientale.
L’assemblea di ieri non solo è stata molto partecipata, ma ha visto susseguirsi interventi dopo interventi, da realtà varie, che organizzano pezzi di società diverse e con scopi diversi, ma che nella necessità di un’alternativa generale hanno trovato un terreno comune di dialogo. Questo percorso, seppur continuandone un altro a livello nazionale, a Roma aveva già visto i suoi primi passi con l’incontro di varie battaglie nell’opposizione al modello Giubileo, promosso dalla giunta Gualtieri in questo anno 2025.
Col Giubileo, l’amministrazione romana ha aumentato a dismisura i propri poteri e la messa a valore di ogni segmento della città, dando il via a una nuova ondata di speculazione turistica e immobiliare, con nuova devastazione ambientale, mentre i servizi e l’attenzione alle condizioni dei lavoratori è stata ancora di più messa ai margini dell’interesse pubblico.
Il caso recente dell’omicidio sul lavoro del Octay Stroici, sommerso dal crollo della Terra dei Conti, ne è un esempio lampante. Il percorso che era stato lanciato da Potere al Popolo contro questa deriva padronale (e guerrafondaia) era quello di ricostruire la politica cittadina secondo una visione di Città Pubblica – a Roma ma anche in altre città.

Ora Potere al Popolo rivendica la necessità per cui questo percorso investa il “luogo deputato alla rappresentanza politica della Città: chiediamo la convocazione di un consiglio comunale aperto sulle emergenze metropolitane, che rompa la cappa di silenzio e le complicità a tutti i livelli sullo stato della città“, è scritto nella convocazione dell’assemblea.
E a tutti i livelli significa davvero a tutti i livelli. Ieri, al MAAM, è intervenuta l’Unione Sindacale di Base rilanciando lo sciopero generale del 28 novembre contro la finanziaria di guerra che si appresta a passare in votazione al Parlamento. Sono intervenuti Asia-Usb e il movimento per il diritto all’abitare, che questa settimana presenteranno una nuova proposta di legge sugli affitti, che serva inoltre a bloccare sfratti, sgomberi e pignoramenti.
Sono intervenuti i lavoratori della ricerca che vedrà gli indirizzi europei sempre più piegati al settore bellico, e sono dunque intervenuti anche gli studenti di Cambiare Rotta e OSA, che allo sciopero studentesco e universitario del 14 novembre #NoMeloniDay porteranno in piazza la giusta pretesa di 20 miliardi sull’istruzione invece che 20 miliardi sul riarmo.
È intervenuto l’Arci Roma, che ha portato avanti la bandiera dell’antifascismo, ribadendo come oggi antifascisti significa essere antisionisti. È intervenuta Maya Issa del Movimento Studenti Palestinesi in Italia e Bassam Saleh, portandoci direttamente la voce dei palestinesi che resistono all’occupazione e al genocidio. Sono intervenute le comunità migranti che hanno vissuto per secoli, allo stesso modo dei palestinesi, gli effetti nefasti del colonialismo sulla propria pelle.
È intervenuta Ecoresistenze contro il collasso ambientale a cui porta lo ‘sviluppo’ capitalistico, e sono quindi intervenuti attivisti di varie lotte locali, da chi contrasta la distruzione del Parco di Pietralata come il Comitato No Stadio, che si batte contro l’ennesima distesa cementizia e speculativa che rappresenta questa infrastruttura, a chi si oppone ai biodigestori che esprimono un modello di profitto e disinteresse per la salute pubblica persino nella gestione dei rifiuti.
È intervenuta Donne de Borgata, per denunciare come l’abbrutimento capitalista colpisca in maniera particolare le donne, che devono trovare la propria emancipazione nella liberazione da questo modello di sfruttamento. Sono intervenute le varie case del popolo tramite le quali Potere al Popolo porta avanti un’opposizione concreta e di quartiere.
E sono poi stati ancora tanti altri gli interventi, come quello della Comunità per le Autonome Iniziative Organizzate CAIO alla rete di Balia dal Collare, che si occupa in particolare di tematiche ambientali nella provincia di Rieti. Tutti hanno focalizzato una saldatura tra varie organizzazioni e associazioni, tra vari pezzi della società che non sono più disponibili a venir lasciati da parte.
E, soprattutto, tutti hanno individuato in una crisi di modello, e nei rappresentanti che continuano a portarlo avanti questo modello, il proprio nemico politico. Non basta una vittoria su una singola vertenza, serve, appunto, Cambiare Tutto: questo è il forte messaggio che arriva dal MAAM.









- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
