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Liguria. Ultime notizie sul fronte Piaggio

Piaggio Aerospace ha annunciato oggi la piena adesione al primo scaglione della mobilità incentivata avviata il 12 marzo scorso per i 114 dipendenti già in cassa integrazione dal 2014 (34 a Villanova d’Albenga e 80 a Sestri Ponente).

L’azienda, secondo l’intesa sottoscritta con le rappresentanze dei lavoratori il 15 marzo scorso e in coerenza con gli accordi condivisi nel 2017 in sede regionale, ha messo a disposizione strumenti aggiuntivi per favorire gli esodi volontari, la ricollocazione all’esterno o soluzioni di autoimprenditorialità: tra le prospettive anche la riassunzione in Laerh.

L’accordo – che punta a risolvere con il minimo impatto sui lavoratori il problema delle eccedenze strutturali generate dal vecchio Piano Industriale del 2014 – prevede che venga corrisposta, oltre all’indennità economica sostitutiva del mancato preavviso e a integrazione del Tfr, una somma variabile a seconda del periodo di adesione a titolo di incentivazione.

Ad oggi si registra la piena adesione al primo scaglione (30 mensilità) – afferma l’azienda -. Seguono altre tre finestre: 24 mensilità per chi aderisce entro il 20 maggio, 18 mensilità per chi aderisce entro il 20 giugno e 12 mensilità entro il 18 luglio. Piaggio Aerospace ha inoltre attivato una primaria società di outplacement per ricercare opportunità di ricollocazione al lavoro, cui diversi dei 114 lavoratori stanno già aderendo”.

Come si possono commentare queste notizie?

Prima di tutto è necessario rilevare con grande chiarezza come si sia di fronte ad una nuova sottrazione di posti di lavoro che si verifica in una azienda nella quale dovrebbe funzionare un piano industriale di presunto rilancio: questo fatto dovrebbe avvenire quindi con un minor numero di lavoratori impiegati e una conseguente sottrazione di capacità produttiva. Sostanzialmente si tratta di segnali di arretramento proprio sul piano produttivo e dell’intensificazione del lavoro oltre che di disponibilità di know – how. Un secco segno meno per la capacità industriale della nostra Provincia, al di là delle destinazione dei  lavoratori che accettano il meccanismo della mobilità volontaria.

In secondo luogo,  scrivendo questa nota in assenza dell’opinione dei sindacati provinciali non si può non notare come, all’interno dell’area di crisi complessa, non si rilevi altro che l’utilizzo degli ammortizzatori sociali: come ci era capitato di scrivere in tempi non sospetti era questo, dell’incremento nell’utilizzo degli ammortizzatori, il vero scopo di quella dichiarazione riguardante – appunto – l’area di crisi complessa? Qualche certezza, al riguardo del nostro sollevare la questione in partenza, si sta purtroppo solidificando.

 

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