Qualcuno si era illuso e ci aveva provato, a proporre una lista “da inciucio”, che mettesse insieme il ceto politico neoliberista buttato fuori dal Pd (ossia LeU) e l’unica novità emersa negli ultimi tempi, ossia Potere al Popolo.
Con vivo sprezzo del ridicolo, il capogruppo in Comune di “Imperia Bene Comune”, Gianfranco Grosso, aveva preannunciato alcuni giorni fa che “la sinistra” avrebbe corso unita alle elezioni, affermando: “Il risultato politico delle nazionali è la dimostrazione, secondo me palese, che quando una sinistra si divide non riesce a lanciare un messaggio vero e concreto agli elettori e non riesce a convincere. Non ci sono motivi per essere divisi, non ci sono a livello nazionale e non ci sono a livello locale. Nel livello locale ancora di meno”.
A quanto pare c’è ancora qualcuno che fa finta di non capire che “sinistra” è un termine che non significa più assolutamente nulla, se non si discute di contenuti programmatici precisi, riferimenti sociali e soprattutto di pratiche di governo recentissime; in altri termini, del Pd e delle sue politiche assolutamente contrarie agli interessi sociali della nostra gente. E quindi non capisce che ci sono ragioni profondissime perché un soggetto politico come PaP costruisce la sua credibilità ed il suo percorso senza mischiarsi mai con il pessimo “ceto politico” che ad ogni livello – dal Parlamento all’ultima delle circoscrizioni locali – si è fatto identificare dalla nostra gente come “nemico” principale.
Soprattutto ora che i “nuovi” Cinque Stelle di Di Maio si accingono a perdere la verginità alleandosi o con il Pd o con il centrodestra.
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Il comunicato di Potere al popolo Imperia:
“L’assemblea di Potere al Popolo imperiese, coerentemente con il percorso intrapreso in occasione delle elezioni politiche, presenta una propria lista alle elezioni amministrative del comune capoluogo del 10 giugno prossimo.
Potere al Popolo si propone come una forza politica antifascista capace di difendere gli interessi dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati e nel contempo aprire a quei soggetti che in maniera coerente si sono opposti nel corso degli ultimi anni alle misure di austerità portate avanti da governi di centro destra e di centro sinistra e imposte dall’unione europea.
Nello specifico nella città di Imperia è prioritaria la lotta per il lavoro contro la disoccupazione e la precarizzazione, la tutela dell’ambiente, la difesa del presidio ospedaliero, il mantenimento pubblico del porto e la difesa dei beni comuni.
Vogliamo dare potere al popolo e riappropriarci della sovranità popolare a tutti i livelli e in tutti gli ambiti della società.
Nei prossimi giorni si definiranno i nomi dei candidati consiglieri e del candidato sindaco”.
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Fabio
Che dispiacere continuare con la frammentazione
Redazione Contropiano
Capiamo facilmente il tuo sentimento. Ma ti invitiamo a riflettere sul fatto che il termine “sinistra” è ormai fonte di assoluta confusione nella discussione tra compagni. Come può, per dirne solo un paio, tenere insieme chi ha votato senza battere ciglio la riforma Fornero, il Jobs Act, il pareggio di bilancio obbligatorio inserito all’art. 81 della Costituzione, ecc, e invece chi si è battuto sempre – e continua a farlo – contro quelle politiche? Come può tenere insieme chi andrebbe tranquillamente all’attacco della Siria e di qualsiasi altro paese dovessero decidere gli americani e chi invece si batte contro la guerra senza se e senza ma? La decisione di Potere al Popolo, ad Imperia e in cento altri posti (a cominciare dalle politiche del 4 marzo) va perciò applaudita. Il problema è costruire la rappresenta politica autonoma della nostra gente, non quello di aggregare particelle infinitesimali di un ceto politico immondo e in decomposizione rapida.