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Genova. Assemblea Usb verso l’8 marzo

Il 5 marzo 2019 si è tenuta a Genova, presso la sede INAIL, Via D’Annunzio 76, una bella assemblea con una buona partecipazione e un’attiva discussione tra i partecipanti. Numerosi e vivaci gli interventi.

Introduce Alessandra Perrotta (USB), presentando anche la pubblicazione “Donne sull’orlo di una crisi di numeri”. (Lo studio dell’USB “Donne sull’orlo di una crisi di numeri” è scaricabile all’indirizzo: https://confederazione.usb.it/

Interviene Pietro Cusimano, Esecutivo Nazionale P.I. USB, che, in relazione allo smantellamento del welfare, menziona il caso della sanità in Lombardia.

Simona Peruzzi (Coordinamento Nazionale P.I. USB) presenta un ordine del giorno, approvato all’unanimità (si veda di seguito), con il quale si condanna l’indizione di assemblee nei luoghi di lavoro, ormai diventata prassi, da parte CGIL, CISLe UIL nel giorno dello sciopero, di fatto tentando di boicottarlo.

Laura Guidetti, di Non Una di Meno – Genova, illustra le origini e la natura del movimento femminista.

Attilio Ratto (Coordinamento Nazionale P.I. USB) richiama l’importanza del percorso comune fin ora effettuato da NUdM e USB.

Maurizio Rimassa (Coordinamento Confederale Nazionale) sottolinea che la pratica dello sciopero è importante perché continua ad essere efficace, a “fare paura”, ed esorta a porsi come obiettivo il pieno utilizzo dello strumento “sciopero”, organizzando anche in Liguria cortei ed iniziative nel corso della giornata lavorativa, in occasione dello sciopero femminista.

USB Liguria

ODG

L’USB E L’ASSEMBLEA DEL P.I. DI OGGI, 5 MARZO 2019, CONDANNA QUALSIASI INIZIATIVA DI CGIL, CISL E UIL CHE DI FATTO BOICOTTA LO SCIOPERO DELL’8 MARZO 2019

Non è la prima volta che accade e probabilmente non sarà neanche l’ultima. Nella giornata in cui USB ha proclamato lo sciopero generale, questa volta anche globale.

In particolare, nella giornata di sciopero globale femminista, proclamato da diversi sindacati di base (tra cui USB) in risposta all’appello di Non Una di Meno, Cgil Cisl e Uil hanno organizzato a livello nazionale un’iniziativa dal titolo eloquente, “La Contrattazione di genere protagonista del cambiamento”, come se le tematiche di genere fossero oggetto di contrattazione e non diritti da riconquistare con le lotte. Tale iniziativa si terrà proprio venerdì 8 marzo presso il Policlinico Umberto I di Roma nel corso della mattinata, quindi un luogo di lavoro in orario di lavoro.

L’evento prevede articolazioni territoriali con indizione di assemblee locali, apertamente in conflitto con una giornata di sciopero.

Ovviamente, nella presentazione di queste assemblee non si fa mai menzione dello sciopero generale né delle manifestazioni a questo collegate.

E’ evidente l’ennesima azione di boicottaggio da parte di sindacati che da decenni hanno perso ormai il loro ruolo, e si sono resi complici dello smantellamento del welfare pubblico, anche attraverso la firma di contratti nel quale il welfare integrativo e la previdenza integrativa (welfare aziendale) costituiscono punti imprescindibili.

Tali politiche, insieme alle cosiddette “pari opportunità” e alle “politiche di conciliazione”, si scaricano sulle spalle delle donne, spesso anche migranti, secondo meccanismi di segregazione lavorativa, e le obbliga farsi carico di tutte quelle prestazioni non più erogate dal servizio pubblico. Il welfare aziendale, in quanto forma privatizzata di welfare, si traduce in una riduzione dei salari, mentre le cosiddette politiche di conciliazione dei tempi di lavoro con quelli di vita riaffermano, anziché contrastare, la logica per cui alle donne spetterebbero per definizione le attività domestiche e di cura.

A poco servono le proclamazioni di sciopero locali, attuate con modalità a dir poco schizofreniche, da parte di alcuni settori della CGIL. Tale mancanza di coerenza interna da parte di CGIL, se da una parte fa emergere la contraddizioni proprie di un sindacato incapace ormai di trovare una collocazione stabile nelle lotte sociali, non è utile allo sciopero femminista.

USB CONDANNA QUALSIASI AZIONE DI CGIL, CISL E UIL CHE SI TRADUCE IN UN CHIARO SABOTAGGIO DELLO SCIOPERO DELL’8 MARZO E CHE SI RENDE COMPLICE DELLO SMANTELLAMENTO DEL WELFARE PUBBLICO, DI CUI FANNO LE SPESE SOPRATTUTTO LE DONNE.

5 marzo 2019

APPROVATO ALL’UNANIMITÀ

 

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