I giovani industriali italiani, con le loro berline o i loro suv fiammanti dai vetri fumè invaderanno Rapallo, questo fine settimana, per parlare di connessioni globali. Sappiamo già cosa intendono: per loro le connessioni sono quelle che gli permettono di sfruttare meglio i lavoratori, di trasferire capitali e imprese all’estero con un click sul computer, di licenziare lavoratori con un semplice messaggio whatsapp, di mettere a lavoro con una semplice applicazione migliaia di lavoratori malpagati e insicuri a guidare un taxi o a portare in giro cibo con una bicicletta e un marchio appeso sulla schiena, di causare crisi e default mettendo in ginocchio interi popoli con le loro crisi finanziarie che li fanno diventare sempre più ricchi mentre noi ne paghiamo tutte le conseguenze.
Le loro connessioni non ci piacciono ma avremmo bisogno di connessioni anche noi. Avremo bisogno di connetterci tra sfruttati, di costruire relazioni sociali, di fare valere la nostra forza mentre loro cercano in tutti i modi di isolarci e dividerci. Eppure, pur potenti e con i loro amichetti politici sempre a disposizione (Salvini o Renzi per loro cambia poco), i padroni (giovani o vecchi che siano) sono una tigre di carta. Perché sono pochi, perché senza di noi non hanno nessuna possibilità di esistere. Sabato a Rapallo proveremo a spiegare questa cosa, proveremo a dire che nella società non ci si divide tra etnie, nazionalità o quanto altro provano a farci credere ma ci si divide sostanzialmente tra sfruttati e sfruttatori. E i nostri interessi di lavoratori sono incompatibili con i loro interessi da padrone.
Gridiamoglielo con tutta la nostra forza.
Ci vediamo alla Stazione di Rapallo sabato 8 giugno alle ore 9,15
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