Ore 6,57 del 25 gennaio 2018. Un giunto sul tratto di linea tra la stazione di Pioltello e Milano Lambrate si rompe al passaggio del regionale 10452. Le rotaie si staccano ed il treno pieno di pendolari deraglia, colpisce i pali della rete elettrica che penetrano nei vagoni accartocciandoli. 3 morti e 46 feriti. Tre persone, tre lavoratrici, tre pendolari che non faranno ritorno a casa. Ci rifiutiamo di chiamarlo incidente o fatalità. Si tratta, piuttosto, della conseguenza tragica della gestione del servizio pubblico da parte di trenord e RFI. Una gestione che antepone il profitto a tutto e tutti, che fa utili sulla riduzione costi, sul rimandare nel tempo ogni investimento sulla messa in sicurezza della linea o delle vetture. I dati della relazione tecnica sono sconcertanti. I punti critici sulla linea erano molti di più del tragicamente noto “punto zero”. Tutto questo non fa altro che sottolineare come gli interessi dei pendolari, dei lavoratori e degli studenti siano in contrasto con le logiche aziendaliste con cui la politica gestisce il servizio pubblico. Nel caso della Lombardia, in particolare, assistiamo al teatrino delle contrapposizione apparente tra Pd e Lega, che fanno a gara a chi piazza il menager più capace.
Riteniamo invece che il merito della questione sia la centralità dei bisogni di chi usa il servizio pubblico, la sua sicurezza e la sua dignità. Ma è evidente che tutto questo non interessi a comune o regione, per loro il servizio pubblico è unicamente uno dei business possibili.
La cosa Pubblica come azienda privata insomma. È in questa direzione che va infatti la continua soppressione di linee Trenord e l’aumento del biglietto Atm. Ne sono un esempio la gestione delle linee della metropolitana M3 ed M4 costruite con 70% di fondi pubblici e la cui gestione trentennale è affidata ai privati. Come al solito costi pubblici e profitti privati. E poco importa che nei progetti non siano state previste le connessioni con le altre linee, ci sarà sempre tempo per farle in futuro con costi pubblici triplicati e guadagni privati aumentati a discapito della funzionalità e della sicurezza. Forse costavano troppo al committente, e delle esigenze dei cittadini chi se ne frega.
Pe questo ieri sera abbiamo affisso questo striscione alla stazione di Pioltello come azione visibile di protesta. E per giungere a un servizio pubblico sicuro ed efficiente in tutta la regione e non solo nella città vetrina che è ormai diventata Milano, l’unica strada per noi percorribile è una campagna che veda uniti pendolari e lavoratori delle ferrovie, una lotta vera e autentica che non sia buona solo per la campagna elettorale di qualche sindaco, governatore o Ministro, una lotta chhe ponga al centro tutto queste questioni.
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