La sentenza dell’ 8 gennaio scorso per lo sciopero davanti ai cancelli della DHL di Settala del marzo 2015 parla da sola. Sono stati comminate condanne per 2 anni 3 mesi e 15 giorni ad una compagna del C.s.a Vittoria, di 2 anni 6 mesi e 5 giorni ad un compagno del C.s.a Vittoria, 1 anno e 8 mesi ad un sindacalista del S.i.Cobas e ad altri attivisti del S.i.Cobas e del C.s.a Vittoria.
All’epoca fu direttamente l’azienda, la Dhl Supply Chain, ad emettere un comunicato nel quale chiedeva di colpire i lavoratori che avevano bloccato i cancelli del magazzino di Settala. “Il sito di Settala è il campus logistico esclusivamente dedicato a prodotti medicinali, inclusi molti farmaci salvavita, destinati a ospedali e farmacie di tutta la nazione” scriveva l’azienda, “I blocchi e i picchetti di stamane, impedendo la libera circolazione dei mezzi di trasporto, hanno ostacolato l’erogazione di servizi pubblici essenziali tutelati dalla legge 146/1990 in materia di sciopero”.
Una sentenza decisamente pesante e significativa per una giornata di mobilitazione dove non si era registrato alcun benché minimo atto di tensione, come dimostrato da tutto l’iter processuale e nonostante la stessa richiesta d’assoluzione da parte del PM, se non fosse che proprio questo dato è quello che segnala la portata di questo attacco repressivo così grave e sopra le righe persino da un punto di vista giuridico.
In un comunicato il Csa Vittoria scrive che “Il dato sostanziale che però ci interessa sottolineare è come questa condanna rappresenti una chiara rappresaglia e monito preventivo contro chi prova ad essere realmente opposizione di classe, lottando giorno dopo giorno per condizioni di vita e di lavoro migliori, in una prospettiva che è però quella di trasformazione radicale di una società basata sullo sfruttamento di classe”. Aggiungendo in un altro passaggio che “Questa è anche una sentenza che dichiaratamente si pone quale ulteriore elemento di un’escalation repressiva di ciò che si rappresenta come una guerra a bassa intensità che ha visto dei compagni e delle compagne del Vittoria ricevere a fine dicembre 2018 una condanna a diversi mesi per la loro partecipazione alla lunga ed eccezionale lotta all’Esselunga di Pioltello (che record 2 condanne in venti giorni …..), che ha visto un pesante attacco a militanti del movimento per il diritto all’abitare a Milano come a Cosenza come in altre città d’Italia, con l’accusa (anche questa ridicola se non fosse gravissima) di organizzazione a delinquere …… con la finalità di occupare le case e dare un tetto a chi non se lo potrebbe altrimenti permettere”.
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