Sembra persino un’idiozia dover evidenziare questa banale nozione storico politica, ma è proprio sulla base di questa falsa, criminale e strumentale equazione che 5 compagni, ai quali va tutta nostra solidarietà, andranno a processo il 22 aprile a Milano.
Un’imputazione oltretutto offensiva dal punto di vista etico/politico per chi si batte dalla parte della barricata della solidarietà antimperialista, anticapitalista, antisessista e antifascista contro l’aggressione, lo sfruttamento e il genocidio del popolo palestinese.
Un’imputazione, palesemente falsa, costruita per far terra bruciata intorno al popolo palestinese ed eliminare, criminalizzandola, ogni voce di dissenso alle politiche di sterminio e di genocidio attuate giorno dopo giorno dal criminale governo sionista israeliano rubando terra, acqua e la vita stessa dei palestinesi.
L’antisionismo è una legittima lotta contro le mire espansionistiche, nazionalistiche, guerrafondaie, razziste, settarie dal punto di vista religioso e fasciste di un’opzione politica ora purtroppo maggioritaria in Israele. Uno stato arbitrariamente imposto con la violenza e il terrorismo sul territorio Palestinese dopo la tragedia storica dell’olocausto, passando cosi dall’abominio dei campi di sterminio nazisti ai lager a cielo aperto come Gaza e al genocidio palestinese da parte del criminale sionismo israeliano.
Basterebbe per questo ricordare le centinaia di migliaia di Palestinesi assassinati e fatti fuggire e costretti ad abbandonare la loro terra nel ’47 sotto la pressione del terrorismo delle bande armate sioniste diventate poi esercito israeliano.
Basterebbe ricordare i crimini di guerra, gli ospedali scientemente bombardati e i migliaia di morti dell’operazione Piombo Fuso, e prima ancora Sabra e Shatila, le mutilazioni volontarie da parte dei soldati israeliani e, in sintesi, la tragica semplice quotidianità delle torture, delle prevaricazioni e violenze ai danni del popolo Palestinese da parte del governo sionista israeliano.
Ma poiché si stanno sottoponendo dei compagni ad un processo per antisionismo vale la pena ricordare, a chi ancora ci sperasse, che è invece questa, appena elencata, la cosidetta “legalità internazionale” pomposamente e strumentalmente agitata come un’arma per colpire invece ferocemente chi si è posto contro gli interessi dell’imperialismo nei suoi diversi volti.
In difesa dello stato sionista e delle bandiere israeliane si pongono infatti strumentalmente Trump e Salvini pur nelle loro corde oggettivamente antisemite, perché questa è la logica e deduttiva conseguenza di politiche settarie basate sulla propria cosidetta identità religiosa.
Abbiamo ascoltato da questi due “fari di democrazia e progresso”, nel silenzio assordante della comunità internazionale, pericolose e provocatorie promesse di trasformare Gerusalemme, il centro di tutte le religioni monoteiste, in capitale dello stato ebraico.
Un miscuglio di razzismo e islamofobia da utilizzare strumentalmente in una fase di forte espansione dei fenomeni migratori.
Ma facciamo attenzione che la definizione di “stato ebraico” non è utilizzata a caso, ma è l’esplicita identificazione di un’entità statale in un’entità religiosa.
Una trasformazione legislativa che avrebbe suscitato sconcerto e preoccupazione, correttamente diremmo noi, per la sua pericolosa essenza settaria, xenofoba, retrograda e razzista, se utilizzata da altre religioni o da un cosidetto stato canaglia… ma questa è ancora l’imparzialità della legalità internazionale.
Il sostegno a Israele non è però solo appannaggio della destra xenofoba, ma è anzi trasversale a tutti gli schieramenti impegnati a garantire a Israele, anche con qualche ipocrita critica quando “esagera”, il diritto al genocidio e non il diritto invece inalienabile all’autodifesa con ogni mezzo necessario e alla stessa sopravvivenza del popolo Palestinese.
Un popolo che quotidianamente afferma il diritto alla propria esistenza negata dal nuovo piano Trump-Netanyahu e che ha bisogno di trovare nella solidarietà internazionalista un forte supporto con la mobilitazione di ogni livello di solidarietà da quella più genericamente umanitaria fino ad arrivare a quella più organicamente politica e vicina alle formazioni della sinistra anticapitalista Palestinese.
Una solidarietà che deve abbandonare, una volta per tutte, l’ipocrita e colpevole illusione di “due popoli in due stati”, perché non è quello che Israele veramente vuole, nel suo becero sogno sionista, mettendo quotidianamente in atto una criminale pulizia etnica fino alla sparizione del popolo Palestinese dalla terra di Palestina.
Ed è per questo che la solidarietà al popolo Palestinese è orgogliosamente antisionista!
Solidarietà ai 5 compagni sotto processo per antisionismo!
Con il popolo Palestinese fino alla vittoria.
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