Menu

Bergamo. Perquisizioni contro attivisti che hanno denunciato le responsabilità di Confindustria per la mancata zona rossa

Nella giornata di ieri, giovedì 11 marzo, ci sono state alcune perquisizioni nei confronti di una serie di esponenti della sinistra alternativa bergamasca. Gli vengono contestati i reati di cui all’articolo 270bis (associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico), 612 (minacce) e 339 (aggravante per lesione minacciate). Il riferimento è a fatti intercorsi tra il 19 giugno e il 23 settembre.

Il 27 giugno venne infatti recapitata alla sede di Confindustria Bergamo una busta con due proiettili e la minaccia di morte al presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti. Il 29 giugno un’altra busta con proiettile e minacce di morte fu recapitata a Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo. Il 23 settembre fu recapitata una bomba carta a Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Brescia.

Tra le persone perquisite vi sono Pia Panseri, della segreteria Provinciale del Partito della Rifondazione Comunista di Bergamo, impegnata sui temi dalla salute e della sanità, un esponente del Comitato Popolare Verità e Giustizia delle vittime del Covid e animatore dei presidi, che si sono svolti per mesi davanti all’ospedale di Alzano. Siamo certi della loro estraneità alle accuse mosse nei loro confronti ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà.

Le perquisizioni e le gravissime accuse contro attivisti politici e sociali conosciuti in città, arrivano contestualmente al tentativo di minimizzare o negare qualsiasi responsabilità della Confindustria nell’essersi opposta al blocco dell’attività e nell’instaurazione della zona rossa nel momento più acuto della pandemia.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *