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Mantova, il calvario delle infermiere della Fondazione Baguzzi Dassù

USB Lavoro Privato Lombardia segue ormai da mesi il calvario cui sono sottoposte alcune infermiere in servizio presso la Fondazione Baguzzi Dassù onlus di San Martino dall’Argine (MN). All’emanazione del DL 44/21, le lavoratrici, iscritte ad USB, hanno osato chiedere di conoscere l’informativa sul rischio correlato ai vaccini anticovid prima di sottoporsi allo stesso.

Un diritto riconosciuto e dovuto ad ogni cittadino che la fondazione ha interpretato, in modo del tutto arbitrario, come rifiuto del vaccino.

Senza una motivazione fondata, le lavoratrici sono state allontanate dal servizio, prima attraverso le ferie forzate e infine, da qualche giorno, viene impedito loro di accedere alla struttura senza fornire alcuna spiegazione se non un presunto rifiuto della vaccinazione.

Sabato, bloccate all’arrivo sul posto di lavoro, neanche l’intervento delle forze dell’ordine ha portato la Fondazione a rimediare al proprio errore. Solo oggi, martedì, le lavoratrici hanno appreso di essere state collocate in aspettativa retribuita al termine delle ferie, avvenuto venerdì scorso.

Le lavoratrici, però, non hanno mai rifiutato la vaccinazione resa “obbligatoria”, per il personale sanitario, dal DL 44/21. Nelle settimane passate l’USB, in nome e per conto delle lavoratrici, ha più volte scritto e diffidato la fondazione dal proseguire con tale atteggiamento. Solo ieri, 24 maggio è stato dato riscontro.

Questo illegittimo e intollerabile comportamento della fondazione “onlus”, che manifesta palesi atteggiamenti da vero e proprio padrone, impatta in modo negativo sulla già precaria organizzazione del lavoro, costringendo il personale rimasto a turni massacranti che, non è improbabile, non rispettano le norme previste dai dispositivi normativi vigenti in ordine di orari di lavoro e di riposo con la conseguente messa a rischio degli operatori e dell’utenza.

Ravvisiamo nelle decisioni e nel comportamento della Fondazione un chiaro respiro discriminatorio e, avverso l’abuso in atto, USB sta provvedendo ad informare e coinvolgere gli organismi deputati al controllo, nella fattispecie l’ITL e l’ATS competenti e a mettere in atto ogni strumento di tutela per le lavoratrici direttamente coinvolte e per quelle che soffrono le conseguenze di un simile comportamento aziendale.

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