Al magazzino Zampieri FedEx di San Giuliano (Mi) c’è stata l’ennesima pesantissima aggressione contro il picchetto dei lavoratori: prima l’assalto al picchetto operaio di una squadraccia di mazzieri travestiti da operai, armati di bastoni, pistole taser, tirapugni (con diversi operai rimasti feriti); poi c’è stato l’intervento di poliziotti e carabinieri per identificare gli operai licenziati in picchetto e gli attivisti solidali.
La FedEx Tnt, dopo aver chiuso il sito di Piacenza, violando gli accordi presi e buttando in mezzo alla strada 300 lavoratori, ha aperto altri magazzini a pochi chilometri di distanza e smista la merce che prima veniva lavorata a Piacenza. Tra questi c’è quello di San Giuliano a Milano.
Per la multinazionale Fedex e gli altri padroni della logistica, lo scontro è diventata un banco di prova: se la multinazionale statunitense sfonda in questo fronte, ciò avrà ripercussioni su tutta la filiera della logistica che negli ultimi 10 anni, grazie alle lotte dei lavoratori, si è andati avanti anziché indietro sul piano dei diritti di chi ci lavora.
E’ evidente che se questo è il piano dello scontro, tra i lavoratori della logistica occorre produrre un salto di qualità sul piano dell’unità e dell’organizzazione su tutta la catena del valore che fino ad oggi non c’è stato e che diventa invece necessario.
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