Lunedì 7 giugno alle ore 9.30 si terrà una nuova udienza del processo contro 4 attivisti milanesi accusati di aver contestato la presenza delle bandiere sioniste alla manifestazione del 25 aprile 2018 a Milano. La contestazione venne messa in atto in appoggio alla Marcia per il Ritorno con cui in quel periodo i palestinesi a Gaza rivendicavano il diritto a ritornare nelle loro terre e che grazie ai cecchini dell’esercito israeliano fu pagata con 234 palestinesi uccisi, tra cui 44 bambini e 4 donne, e oltre 20 mila feriti.
Questa nuova udienza cade in un periodo in cui altre pagine di sangue sono scritte nella storia della Palestina. Ancora una volta l’eroico popolo palestinese sta mostrando la volontà di non soccombere e di reagire contro il razzismo sionista che ispira il modello coloniale israeliano.
Quella di questi giorni di maggio è una rivolta di tutto il popolo da Gerusalemme est, alla Cisgiordania, alla striscia di Gaza, ai palestinesi dei territori del ’48, formalmente cittadini israeliani, che per la prima volta sono scesi massicciamente in campo, prima con la rivolta di piazza e poi con lo sciopero generale totale. Si tratta di una rivolta che ha reagito all’accelerazione della pulizia etnica messa in atto dal regime colonialista con la caccia all’arabo, la deportazione delle famiglie palestinesi e l’assalto alla moschea di Al Aqsa a Gerusalemme est nel pieno di una funzione religiosa che vedeva la presenza di decine di migliaia di fedeli.
La reazione sionista alla rivolta palestinese ha mostrato ancora una volta il vero volto di questo colonialismo genocida con bombardamenti massicci, stragi di donne e bambini e distruzione delle condizioni di sopravvivenza della popolazione di Gaza. Oggi questo odioso colonialismo con il progetto della Grande Israele (dal Sinai a Golfo Persico) è perfettamente funzionale ai piani imperialisti degli Usa, e degli stati europei, di dominio e sfruttamento dei popoli dell’area mediorientale. Per questo le classi dirigenti occidentali, Usa e Germania in testa, sono tutte schierate in maniera compatta nel tentativo di rovesciare la storia riecheggiando la propaganda sionista tesa a far passare gli oppressori come vittime.
E non è da meno la classe dirigente del nostro paese che dal PD a Fratelli d’Italia, passando per la Lega e l’M5S, ha sposato in blocco questa aberrante mistificazione.
Dall’altra parte, dalla parte di chi si oppone e lotta, di fronte a questo massacro del popolo palestinese, un’onda di mobilitazione si è levata in tutto il mondo e anche in Italia. Manifestazioni che si sono svolte con grande partecipazione sia nelle città dei cosiddetti paesi avanzati che in quelle dei cosiddetti paesi in via di sviluppo.
Manifestazioni che esprimono chiaramente la solidarietà alla giusta causa del popolo palestinese e che hanno visto in prima fila la presenza significativa di ebrei (anche religiosi praticanti) antisionisti a chiara testimonianza che non si tratta di una “guerra di religione” ma di una guerra tra un popolo oppresso e i suoi oppressori colonialisti, fascisti e razzisti.
È una mobilitazione che mostra che c’è tanta gente che vede le cose per come sono e non si fa disarmare dalla propaganda pro sionista che impera nel sistema dei media occidentale. In tutte le piazze, e anche nella nostra città, abbiamo visto di migliaia di giovani immigrati di seconda e terza generazione, principalmente dal Medioriente, ma non solo, scendere in campo assieme ai solidali italiani per esprimere una forte presa di posizione contro i massacratori sionisti.
Questa mobilitazione riempie il cuore e rinfranca nella determinazione di rovesciare il processo intentato contro gli attivisti milanesi solidali con la Palestina in un processo politico al sionismo come forma particolare di colonialismo di insediamento, simile a quelle messe storicamente in atto contro gli indiani d’America, gli aborigeni australiani e i neri in Sud Africa.
L’appuntamento per chi vuole sostenere gli attivisti sotto processo è lunedi 7 giugno alle ore 9.00 al Tribunale.
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