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Il partito unico della guerra bresciano parla di pace

Lo scenario

Il 14 settembre, nell’ambito del Meeting Brescia 2024 organizzato da Comunione e Liberazione presso il cortile del Broletto, è andato in scena l’incontro “Avere a cuore la pace”, organizzato dall’Associazione Il Raggio, sorta con lo scopo di sostenere nella Diocesi di Brescia le iniziative di Comunione e Liberazione stessa.

All’evento hanno partecipato come ospiti la sindaca Laura Castelletti, il senatore di Forza Italia Adriano Paroli, volto tranquillo e rassicurante dell’ultradestra al governo in Italia (però all’opposizione in Loggia), già primo cittadino del capoluogo tra il 2008 ed il 2013, attualmente senatore di Forza Italia, ma in questa occasione intervenuto soprattutto in veste di delegato italiano dell’Assemblea Parlamentare della NATO, un’organizzazione  internazionale poco nota, che però svolge una funzione importante di raccordo fra la NATO medesima e i parlamenti nazionali dei paesi membri.

Erano presenti anche Lali Laparteliani, cofondatrice della ONG ucraina Emmaus, e Santina Togni, a sua volta tra le fondatrici di un’altra Associazione – Amici di Emmaus – nata per sostenere la ONG di cui sopra. Queste ultime hanno esposto le loro rispettabili meditazioni di carattere spirituale e religioso scaturite dall’esperienza vissuta attraversando gli orrori della guerra in Ucraina.

 

Il confronto

Motivo di curiosità era soprattutto vedere figure politiche bresciane di rilievo, che teoricamente dovrebbero rappresentare visioni differenti, misurarsi su un tema cruciale e dirimente come quello della pace e della guerra riferito in particolare ai conflitti che maggiormente oggi minacciano la stabilità mondiale, ossia quello in Ucraina e quello in Palestina.

Stimolati dalle domande del moderatore, il giornalista e scrittore di area cattolica Andrea Avveduto, i due hanno esposto le proprie idee.

La sindaca Castelletti ha parlato così di Brescia come di una città impegnata sul tema della pace grazie ai suoi gemellaggi (fra cui quello assai controverso con Kaunas, città lituana famosa per la facilità con cui vengono onorati, con nomi di strade, piazze, monumenti, i collaborazionisti filo-nazisti del luogo), alle iniziative sull’educazione alla convivenza proposte dall’ente locale nelle scuole, alla presenza di una “Consulta per la Pace”, ad un “Manifesto delle parole non ostili” fatto proprio dall’amministrazione cittadina.

Informazioni più precise non ne ha fornite, anche se ce ne sarebbe stato bisogno, perché tutta questo gran fervore di attività pacifiste da parte del Comune risulta poco evidente alla cittadinanza.

A dare il tono, la cifra interpretativa, dal punto di vista politico, dell’iniziativa è stato tuttavia l’intervento di Adriano Paroli. Innanzitutto, rievocando le vicende del passato, il senatore ha espresso gratitudine eterna agli USA e alla Gran Bretagna per il ruolo decisivo che ebbero nel salvare l’Occidente, dapprima dal nazismo e subito dopo dal comunismo.

Secondo Paroli, oggi come allora l’Europa intera è minacciata, stavolta dalla Russia putinista, ma si avverte l’assenza di statisti anglosassoni all’altezza dei loro predecessori degli Anni Quaranta e Cinquanta del Novecento.

Quanto ai due più gravi scenari di conflitto odierni, riguardo a ciò che sta accadendo in Palestina Paroli ha affermato che “il popolo israeliano dobbiamo comprenderlo” per tutto quello che sta facendo.

E questo sia perché nessuna atrocità è paragonabile a ciò che è accaduto il 7 ottobre 2023, quando sono stati presi da Hamas perfino degli ostaggi, “come fanno i malviventi e i rapinatori”, sia soprattutto perché l’Iran sta costruendo la bomba atomica e appena sarà pronta la sgancerà su Israele per disintegrarlo.

Non una parola sui massacri indiscriminati di decine di migliaia di bambini, donne, ricoverati negli ospedali, vecchi palestinesi perpetrati sistematicamente da quasi un anno dalle feroci e sadiche soldataglie che assumono la beffarda denominazione di IDF (Israeli Defense Forces).

Ad essere “pazzi” sono semmai – per il senatore – gli iraniani. Così come è “pazzo” Putin. La “pazzia di Putin” è l’unica spiegazione, ad avviso di Paroli, anche per capire il motivo dell’attacco all’Ucraina. La minaccia della Russia giustifica appieno, inoltre, gli atteggiamenti esasperatamente nazionalistici dei Paesi Baltici e della Polonia.

Oggi – ha concluso il senatore – “avere a cuore la pace” significa dunque continuare ad inviare armi di tutti i tipi sia all’Ucraina sia ad Israele, perché possano “chiudere le ferite aperte”. È così che va “costruita la pace”.

 

Identità di vedute

Non c’erano dubbi che l’apparentemente rassicurante senatore Paroli avrebbe sostenuto le posizioni sopra esposte, anche se non ci aspettavamo che i toni sarebbero stati tanto manichei, rozzi ed esaltati.

Ma quello che più ci ha colpito è che la sindaca Castelletti non ha sollevato la benché minima obiezione alla ricostruzione e all’interpretazione dei fatti fornite da Paroli, annuendo via via dinanzi ad ogni sua considerazione.

A conferma che, sulla questione decisiva e discriminante della pace e della guerra, esiste a Brescia un unico blocco politico. Esso va dai Fratelli d’Italia eredi del neofascismo del Movimento Sociale Italiano alla maggioranza di centrosinistra che sostiene Castelletti in Loggia, passando per i leghisti e per i nostalgici berlusconiani di Forza Italia.

Solo su un punto infatti la sindaca, nel corso dell’incontro al Broletto, si è voluta leggermente differenziare. Rispetto all’affermazione del senatore secondo cui unicamente l’intervento della Provvidenza porterà alla pace, facendo ricomparire sulla scena mondiale statisti all’altezza della situazione, annientando i malvagi (iraniani, palestinesi, russi) e salvando i buoni (gli occidentali e gli israeliani) – un po’ come ne I Promessi Sposi – e che ciò che devono fare gli uomini giusti nel frattempo è contribuire per “un pezzetto” a questo itinerario salvifico, con la fornitura ininterrotta di armi ad Ucraina ed Israele, Castelletti ha avuto da eccepire.

A suo avviso non è solo la Provvidenza, ma anche “l’esercizio della politica” che può portare alla risoluzione dei problemi, per esempio mediante la creazione di un esercito comune dell’Unione Europea.

 

Loro e noi

Potere al Popolo, come noto, sostiene in merito alla situazione in Palestina ed Ucraina posizioni che si collocano ad una distanza siderale rispetto a quelle esposte dal senatore Paroli e condivise dalla sindaca Castelletti, sia in merito alle cause delle due guerre, sia alle possibili vie e modalità per ristabilire la pace.

Non è questa la sede per ribadirle. Per un’analisi dettagliata rimandiamo ai numerosi documenti in proposito pubblicati sul sito www.poterealpopolo.org.

 

Ma c’è un aspetto che riguarda l’ambito locale su cui vogliamo fare una puntualizzazione.

Se la sindaca Castelletti, la sua Giunta e la sua maggioranza di centrosinistra volessero veramente fare di Brescia una “città di pace”, potrebbero senz’altro attuare alcune azioni di alto valore politico. Esse costituiscono da tempo un patrimonio elaborato dalle forze autenticamente e sinceramente pacifiste che pure a Brescia sono presenti. Le ricordiamo qui di seguito:

  • approvazione di una delibera da parte del Consiglio comunale che dichiari Brescia “Città denuclearizzata” e solleciti la dismissione dell’armamento nucleare della base militare di Ghedi;
  • approvazione di una mozione da parte del Consiglio comunale che contenga la richiesta di sospensione dell’invio all’Ucraina e ad Israele di armi sempre più sofisticate, inevitabilmente destinate a provocare l’escalation militare;
  • riconoscimento simbolico, da parte del Comune di Brescia, di Gerusalemme Est, nella Cisgiordania occupata, come capitale dei territori attualmente amministrati dall’ANP in attesa della costituzione di uno Stato della Palestina;
  • organizzazione di un Convegno internazionale per la pace, teso a promuovere contatti vivi, profondi, sistematici tra i sindaci delle principali città dell’Europa occidentale e orientale, con stipulazione a Palazzo della Loggia di un patto di collaborazione, sostanziato da incontri in materia di disarmo, pace, sicurezza.

Ovviamente nulla di tutto questo avverrà mai. Meglio, per la sindaca, condividere le stravaganti teorie del senatore Paroli al Meeting di Comunione e Liberazione.

*articolo apparso su Brescia del Popolo

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