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Milano. No alla “Fase 2” della Giunta Sala, Si a Milano Città Pubblica!

L’inchiesta urbanistica che ha travolto Milano nell’ultima settimana sta facendo emergere un modello di città che le forze politiche, sociali, sindacali e di movimento più coerenti, non imbrigliate nelle maglie dei poteri locali, denunciano da tempo: Milano è diventata, a pieno titolo, un parco giochi per ricchi, al servizio di privati e speculatori.

Un sistema di “governo continuo” che travalica le correnti interne e i partiti stessi – siano essi di centrosinistra o centrodestra – e che ha fatto da trampolino alla cosiddetta “rigenerazione” di Milano. Ma per capire di che tipo di crescita stiamo parlando, basta osservare chi ci ha guadagnato e chi, invece, ne ha pagato le conseguenze sulla propria pelle.

Mentre il percorso giudiziario prosegue – con esiti difficilmente prevedibili, vista la capacità difensiva di chi muove decine di miliardi – i dati parlano chiaro: Milano è la città dove le disuguaglianze crescono più che in ogni altra parte d’Italia, dove il diritto alla casa è un lusso, i servizi sono una giungla di appalti e privatizzazioni, il centro storico è ormai una vetrina per turisti oltre che il quartier generale degli squali della speculazione, e nelle periferie le uniche politiche concrete sono quelle della militarizzazione.

Come abbiamo più volte denunciato, questi non sono effetti collaterali o incidenti di percorso, ma il prodotto “sano” del modello di sviluppo dominante della città. Non esiste alcuna correzione in corso d’opera per una giunta che, in continuità con l’apripista Moratti, è al servizio dei ricchi e si piega – persino via WhatsApp – ai capricci dei privati.

A questa deriva serve una prospettiva radicale alternativa, che per noi si traduce nella costruzione di un progetto di città pubblica.

La scelta repentina di Schlein e Meloni di fare quadrato attorno a Giuseppe Sala è sintomo della convergenza di interessi in campo. Non ci siamo stupiti di questa sintonia nonostante l’opposizione di facciata che giocano nel sistema bipolare, esattamente come avviene a livello nazionale, la competizione tra centrodestra e centrosinistra (futuro campo largo) mira a contendersi la gestione degli affari, non a un reale cambio di prospettiva. Prova ne è, a livello cittadino, la piena condivisione sugli affari più grossi del momento: la vendita dello stadio Meazza e le Olimpiadi Invernali 2026.

Le mancate dimissioni di Sala e il sacrificio dell’indifendibile Tancredi – sotto uno scroscio di applausi solidali della maggioranza – vengono spacciate come l’occasione per rilanciare una “seconda fase” della giunta, con la promessa di maggiori attenzioni all’urbanistica, al verde e all’edilizia popolare. Tutte frasi vuote che ormai abbiamo sentito fino alla nausea: non solo in ogni tornata elettorale, ma anche quando le mobilitazioni hanno scosso in maniera netta e conflittuale la città, indicando senza mezzi termini le responsabilità politiche.

Alla prova dei fatti, tutte le promesse millantate in queste occasioni sono state abbandonate nel dimenticatoio appena possibile, oppure si sono rivelate mere opportunità di greenwashing (e quindi di ulteriore speculazione per i soliti noti). Cosa dovrebbe cambiare questa volta? La giunta Sala è il Modello Milano: chi oggi – da destra o da sinistra – propone una lettura che scinde la lotta tra Modello e Giunta è complice della tenuta di questo sistema e indebolisce lo sviluppo di una reale alternativa.

In questo contesto, ci chiediamo: l’illusione di alcune realtà politiche di poter ritagliarsi un ruolo sull’onda delle inchieste della magistratura, credendosi l’ago della bilancia per un velleitario “spostamento a sinistra” della giunta dei ricchi e degli speculatori, è ingenua buona fede? Ai posteri l’ardua sentenza…

Come Potere al Popolo, non crediamo ci sia tempo da perdere. Da anni abbiamo intrapreso un percorso per costruire un’alternativa a questo modello di città e ai suoi artefici, contrastando anche i tentativi di esportare a livello nazionale questo sistema malato con decreti come il “Salva Milano”.

Nella città europea con il maggior numero di milionari e miliardari, di fronte a un’operazione giudiziaria che per ampiezza e radicalità inizia a ricordare Mani Pulite, abbiamo l’urgenza di avviare un percorso che sappia tessere il filo tra le giuste analisi sul modello di finanziarizzazione ed estrattivismo che impatta sul territorio e gli interessi concreti della parte di popolazione che ne paga le conseguenze.
Siamo consapevoli di quanto questa strada sia lunga e in salita, ma siamo convinti che non esistano escamotage o scorciatoie per ricostruire una prospettiva alternativa per le fasce popolari in città che non passi per la lotta e l’organizzazione.

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