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Milano. Il Comune conferma il gemellaggio con Tel Aviv. La piazza insorge

Il Consiglio Comunale di Milano, riunito in seduta lunedì 13 ottobre, ha bocciato l’ordine del giorno che chiedeva l’interruzione dei rapporti con Israele e la sospensione del gemellaggio con Tel Aviv. Numeri alla mano, i voti sono stati: 21 contrari, 9 favorevoli, 6 astenuti e 13 assenti — che di fatto significano 40 voti a difesa di Israele. Un risultato sicuramente gradito al sindaco Giuseppe Sala, che giovedì scorso aveva esortato il Consiglio comunale a “concentrarsi su altro”.

Determinante il voto contrario del Partito Democratico, che ha ritenuto superata la necessità della mozione alla luce degli sviluppi internazionali degli ultimi giorni. Solo una settimana prima, però, in tutt’altro scenario, il voto sulla mozione era già stato bloccato perché, al momento della votazione, un numero consistente di consiglieri della maggioranza Sala aveva abbandonato l’aula, facendo cadere il numero legale richiesto per procedere.

Immediata la reazione di sdegno del pubblico presente in aula, e ancora più forte quella delle oltre duemila persone al presidio convocato dall’Unione Sindacale di Base e da Potere al Popolo fuori da Palazzo Marino. Alla notizia della bocciatura, la rabbia ha travolto le transenne che delimitavano l’ingresso del Comune, portando al contatto diretto con i reparti di polizia e carabinieri.

Il clima della piazza e la determinazione espressa hanno evidenziato che, nonostante i tentativi di pacificazione seguiti all’accordo del Piano Trump, le centinaia di migliaia di persone che a Milano — come nel resto del Paese — si sono mobilitate negli ultimi due anni, in particolare nelle giornate di sciopero generale del 22 settembre e del 3 ottobre, continuano a riconoscere le responsabilità di Israele anche oltre il genocidio.

Un’ulteriore beffa è arrivata con la presentazione da parte del Partito Democratico di una proposta di gemellaggio con Gaza City, accompagnata dalla dichiarazione di disponibilità a contribuire alla ricostruzione, magari affidando i progetti con una bella SCIA ai vari Catella e Boeri… Alla notizia della nuova proposta, la piazza ha voltato le spalle al Comune e, riprendendo gli slogan “Blocchiamo tutto” e “Non un chiodo per Israele”, è partita in corteo bloccando le arterie principali del centro città fino a piazzale Loreto.

Al termine della giornata sono stati ribaditi i prossimi appuntamenti di mobilitazione, a partire dal presidio sotto la sede milanese della FIGC, in concomitanza con la manifestazione di Udine contro la partita Italia–Israele, e dall’assemblea cittadina “Blocchiamo tutto per cambiare tutto”, che si terrà sabato 18 dalle ore 10:00 sempre davanti al Comune, in piazza della Scala, ormai nota a tutti come “piazza Gaza”

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