Sabato 20 gennaio, in contemporanea con altre città d’Italia e con la manifestazione di Brescia, eravamo alla Rocca di Senigallia per dire basta alle armi atomiche a Ghedi, così come negli altri siti nucleari sul territorio italiano.
I mass media nostrani parlano spesso dei battibecchi tra Kim e Trump come se il problema non ci riguardasse, come se fosse lontano da noi. In realtà, il governo italiano non ha aderito al voto della maggioranza dei paesi dell’ONU per mettere al bando le armi nucleari e ora una nuova generazione di bombe atomiche verrà installata nella base di Ghedi a Brescia e in quella di Aviano in Friuli. Non dimentichiamoci poi dei costosissimi F35, acquistati anche per trasportare le bombe atomiche.
Ma vogliamo anche per dire basta alle basi Nato in Italia e alle cosiddette “missioni di pace”, che poi sappiamo bene in realtà essere una semplice scusa per un atto di forza, nei confronti dell’asse franco-tedesco e delle colonie africane, una scusa per vendere armi, stringere rapporti economici e rafforzare la nostra influenza nel continente africano.
Il governo italiano spedirà 120 soldati in Niger (che diventeranno presto 470), altri 100 in Libia (dove ce ne sono già 700), 60 in Tunisia. Senza contare i militari già presenti in Libano, circa 1000.
Il 17 gennaio Gentiloni, Renzi, Berlusconi e Meloni (con l’inutile e ridicola astensione di Salvini) hanno approvato assieme la sporca spedizione militare italiana in Niger, come voluto da Macron, a confermarci e ricordarci che l’Italia è schiava delle decisioni dell’Unione
Europea e della Nato anche sul piano internazionale e di intervento militare. Nasce così una nuova, vergognosa e costosissima spedizione militare italiana: dal 1991 ad oggi, i governi di centrodestra come quelli di centrosinistra hanno continuato a violare uno degli articoli più belli della nostra Costituzione, l’art.11, che parla di ripudio della guerra come soluzione ai conflitti internazionali.
La maggioranza in Parlamento che ha votato l’ultimo intervento in Africa è sempre la stessa e rappresenta il futuro governo di larghe intese che farebbe felici le banche e l’Unione Europea. E’ la stessa che ha sempre votato contro i diritti dei lavoratori, per le politiche di austerità e per gli interventi militari in Africa e nel vicino Medio Oriente. Sono gli stessi partiti, di centrodestra come di centrosinistra, che oggi provano in campagna elettorale a ingannarci ma questa volta non glielo permetteremo.
In 10 anni di crisi pagata sulle spalle dei lavoratori, resi sempre più precari dalle misure di austerità, le uniche spese che crescono sono quelle militari, con aumento di contingenti in aree di guerra e il rifinanziamento per il progetto di acquisto dei caccia militari F35.
Sappiamo bene infatti, che nonostante la propaganda martellante, ancora una volta a farne le spese saranno i lavoratori, i disoccupati, i pensionati che vivono in Italia e le popolazioni della sponda sud del Mediterraneo e dell’Africa: sono queste le vittime, ancora una volta, di decisioni prese altrove, dai poteri forti e da chi li rappresenta, da chi non si chiede mai, perchè ne ha paura, che cosa ne pensano i settori popolari di questo paese e dei paesi a cui noi andiamo a fare la guerra.
Potere al popolo chiede e chiederà con forza la riduzione delle spese militari, lo smantellamento della armi nucleari e delle basi militari all’estero e la rottura del vincolo di subalternità che ci lega alla Nato, per una politica del disarmo e della cooperazione internazionale.
Non ci fermeremo facilmente e oggi come in passato ci schiereremo contro le guerre imperialiste e per una politica di pace, con e per i settori popolari di tutto il mondo. POTERE AL POPOLO!
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