Questo appello, normalissimo in altri tempi, sembra diventato quasi una confessione di “pericolosità sociale”. Deve essere per questo che in molti, anche “docenti sinceramente democratici”, hanno trovato difficile sottoscriverlo.
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Il Sindaco di Urbino intende sfrattare l’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione “E. Cappellini” dalla sede attuale di via Oddi.
A pochi mesi dalle elezioni comunali, la sede verrebbe affidata a una delle Contrade cittadine che organizzano solitamente il Carnevale e il Palio dell’Aquilone. L’Istituto “Cappellini” verrebbe invece ricollocato in locali angusti e certamente non idonei ad accogliere il suo ricco e prezioso patrimonio bibliografico, emerografico e archivistico e a garantirne la pubblica fruizione.
È una scelta che ci preoccupa, perché ci sono note la serietà e l’autorevolezza dell’Istituto nel campo della ricerca storiografica e il suo impegno nel promuovere iniziative culturali di alto livello. Metterne a repentaglio le attività arrecherebbe un grave danno non solo alla ricerca storica, ma alla cittadinanza e all’immagine stessa della città, la quale non onorerebbe di certo la propria presenza nel patrimonio dell’Unesco.
Va anzitutto evitata la perdita di fonti fondamentali per la storia sociale della comunità urbinate e del territorio provinciale scongiurando ogni ammaloramento e dispersione, rischi che non potrebbero non preoccupare la Soprintendenza archivistica Marche-Umbria. Ma va evitato soprattutto l’ulteriore impoverimento culturale che Urbino ne subirebbe.
Rivolgiamo un appello al Sindaco, alla Giunta, al Consiglio comunale, alle forze politiche e alle associazioni culturali cittadine affinché si eviti di trasferire il “Cappellini”, ovvero lo si collochi in uno spazio idoneo a proseguire la sua attività culturale e di ricerca, valorizzandone semmai il lavoro.
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