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Osimo, “con Gaza nel cuore” i manifestanti sfidano il gelo

Il corteo era diviso in varie sezioni tematiche e si riprometteva attraverso striscioni, slogan e cartelli di portare non solo la propria solidarietà al popolo palestinese, ma anche di informare sulla terribile ecatombe in corso a Gaza, dove la popolazione civile sta subendo bombardamenti indiscriminati da parte dell’esercito israeliano su case, scuole, chiese, moschee, addirittura ospedali e ambulanze che trasportano feriti.

Ricordiamo che si tratta di crimini di guerra.

Quasi 15.000 vittime civili, di cui 6.000 bambini nell’arco di un mese e mezzo sono la macabra contabilità di un vero e proprio genocidio che le menzogne della propaganda israeliana cercano di nascondere, con la complicità degli USA, dell’Unione Europea, dei mass media occidentali e ovviamente del governo italiano.

Inoltre, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne che ricade proprio il 25 novembre, è stato ricordato dall’associazione Scuola delle Mamme di Osimo che nessun mezzo di informazione, né tanto meno nessuna istituzione italiana, ha speso una parola per le 4.000 donne uccise dai bombardamenti a Gaza.

La sezione di apertura del corteo era dedicata ai bambini che sono il nostro futuro e la nostra speranza: lo striscione di testa rappresentava il bambino con il pugno alzato simbolo della manifestazione e la scritta GAZA NEL CUORE. A seguire i cartelli dove un bambino palestinese ed un bambino indiano americano alzano il pugno al cielo in segno di vittoria.

La seconda sezione denunciava il genocidio in corso con due striscioni: uno recitava un inequivocabile STOP GENOCIDIO! mentre l’altro sottolineava l’ipocrisia dell’ “esportazione della democrazia” a suon di bombe.

La terza sezione era invece dedicata ai giornalisti assassinati. Dal 7 ottobre scorso sono oltre 50 i reporter, i freelance, i cameramen e i fotografi che sono stati uccisi a Gaza, ma anche in Cisgiordania: un numero che supera i giornalisti morti negli ultimi 20 anni in tutti i conflitti del mondo messi insieme.

Le vere e proprie esecuzioni di questi eroi (che sanno di correre questo enorme rischio, ma non rinunciano a fare il loro lavoro di corretta informazione) arrivano con un colpo di proiettile oppure con dei bombardamenti indirizzati esattamente sulle loro abitazioni, uccidendo quindi anche i familiari.

Ovviamente chi sul terreno testimonia e racconta la verità diventa un grosso problema per chi invece cerca quotidianamente di ribaltarla, attraverso una propaganda piena zeppa di menzogne: occorre per questo eliminare il problema alla radice e purtroppo l’esercito israeliano lo sta facendo con molto zelo.

Infine, l’ultima sezione denunciava l’apartheid che il popolo palestinese subisce da 75 anni. La parola APARTHEID è stata dipinta a mano su dei pannelli con filo spinato che rappresentano il muro di 800 km costruito in Cisgiordania per segregare le comunità palestinesi nella loro stessa terra.

Dopo un’ora circa di tragitto, il corteo è giunto in Piazza del Comune, dove si sono succeduti al microfono sia gli interventi di alcuni partecipanti (tra cui delle bambine), sia gli interventi dei rappresentanti delle varie realtà associative e politiche che hanno promosso questa splendida giornata di mobilitazione».

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