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Torino. “Fuori la ricerca bellica dall’università!”

VERSO LA MOBILITAZIONE NAZIONALE DEL 18 NOVEMBRE

Sabato come Cambiare Rotta eravamo in piazza Castello alla chiamata antimilitarista per contestare la celebrazione ufficiale della giornata delle forze armate.

Tutta la nostra generazione è in una crisi assoluta di prospettive causata da questo modello di sviluppo, che crea la crisi sociale, quella ecologica e i disastri umani della guerra fra potenze che si fanno sempre più vicini.

Viviamo già i disastri di una guerra interna, fatta dall’alto verso il basso, che va a colpire la nostra generazione: uccide gli studenti psicologicamente stroncati come l’ultimo caso a Bologna, risponde al dissenso coi manganelli, uccide i ragazzi in alternanza scuola-lavoro, uccide i lavoratori dai cantieri alle fabbriche fino ai riders nelle strade e ai braccianti nei campi.

 

Il nostro sistema universitario da anni piega la formazione e la ricerca agli interessi delle grandi aziende che portano morte e devastazione, come per esempio Frontex (con la quale l’unione europea fa la guerra ai migranti), fino a rapporti di varia natura che da nord a sud e alle isole vengono portati avanti con la Nato, Leonardo e aziende e istituzioni militari israeliane seguendo quelli che sono i programmi quadro dell’Unione europea in fatto di avanguardia bellica.

Si devono intrattenere perché sarebbero opportunità per perseguire l'”eccellenza”, un’eccellenza che uccide e ci uccide.

Questo “sviluppo”: studiare, lavorare, produrre e fare ricerca per sempre più profitti e più potenza militare impiegata in guerra, è lo sviluppo di pochissimi sulle spalle delle classi popolari e dei giovani.

Le potenze sono in guerra e con l’appoggio prima di Draghi e poi della Meloni, lo è anche l’italia.

La guerra deve continuare, l’escalation deve aumentare… di questo la Nato e l’unione europea sono i responsabili politici e storici, questo modello è il loro dna.

Pur di non toccare minimamente questo modello si arriva a vergognosi imbarbarimenti di civiltà, un imbarbarimento che in Italia adesso ha la faccia di Meloni, di La Russa presidente del senato (votato anche da senatori di finta opposizione), di fontana alla camera… ma è stato preparato da trent’anni di governo di diverso colore, con la responsabilità dello stesso Pd.

Rovesciamo questo sistema, lottiamo per un’università pubblica e gratuita e non sottomessa agli interessi delle grandi aziende private e belliche.

Anche per questo saremo in piazza come studenti universitari il 18 novembre nella giornata di mobilitazione nazionale.

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