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Torino. Niente bandiere palestinesi al Giro d’Italia, arrestata un’attivista

A Torino, durante il presidio per denunciare la violazione delle leggi di diritto internazionale (nello specifico della convenzione internazionale contro l’apartheid nello sport) da parte dell’UCI, organizzatori del Giro d’Italia, che hanno invitato a partecipare la squadra ciclistica sportiva sionista Israele premier tech, un attivista di nome Sara è stata arrestata.

Dopo un breve parapiglia con la polizia che non voleva far passare chi aveva le bandiere palestinesi, Sara è stata fermata e portata in questura. Ci ha comunicato ora l’avvocato che è in stato di arresto nelle celle di sicurezza del commissariato San Paolo sicuramente fino a lunedì, dove verrà processata per direttissima per violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

Come si vede chiaramente nel video Sarà non stava facendo nient’altro che esercitare il suo diritto di essere lì, ai margini del percorso, con una bandiera palestinese sulle spalle. Ciò che voleva, insieme a tutt* noi, era manifestare il proprio dissenso per la scelta dell’UCI italiana, che ha permesso la partecipazione della squadra rappresentativa di uno stato gen0cid@ alla gara.

Ci vediamo alle 18.00 al Commissariato di San Paolo

Chiaramente la situazione è tanto surreale quanto schifosa.

Invitiamo tutt* a manifestare alle successive tappe del Giro d’Italia affinché il diritto internazionale venga rispettato e affinché si parli dell’arresto insensato di Sara.

Sara libera. Palestina libera e che sia libero anche il nostro diritto di parola!

Dal 4 al 26 maggio, dal nord al sud, nelle città e nelle province, non lasciamo passare in silenzio la squadra del regime genocida israeliano.

Dalla Palestina arriva un appello alla mobilitazione lungo tutto il percorso del Giro d’Italia per contestare la partecipazione della squadra israeliana. Mentre Israele intensifica il genocidio contro la popolazione palestinese a Gaza, il Giro d’Italia accoglie la sua squadra a braccia aperte.

Gli organismi sportivi internazionali adempiranno al loro obbligo di escludere dallo sport i regime genocida israeliano solo se li costringiamo.

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