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Torino. Un cantiere sul verde del Parco della Confluenza

Il Parco della Confluenza a partire dal 16 agosto e per almeno un mese sarà inutilizzabile dai cittadini. Iniziano i lavori, nonostante ad oggi manchi la Valutazione d’Incidenza Ambientale, in una procedura anomala in cui l’impatto sugli ecosistemi è stato gravemente sminuito.
Nell’area del Parco della Colletta che affaccia sulla confluenza tra il Po e la Stura, sono comparsi i cartelli che annunciano le modifiche alla viabilità e partiti i lavori di allestimento: strade esterne e sentieri interni al Parco dal 16 agosto al 9 settembre rimarranno chiuse per i concerti del Todays Festival (che si svolgeranno tra il 25 agosto e il 2 settembre) e per montaggio e smontaggio delle strutture.

L’area concerti è di 12.500 mq, molto più ampia quella coinvolta dal cantiere.
Un fitto movimento di mezzi pesanti avverrà proprio a pochi passi dalla confluenza tra i due fiumi, e il grande palco verrà collocato esattamente a ridosso della Riserva naturale e Zona di Protezione Speciale del Meisino.

Da settimane manifesti e bandiere sono ovunque in città, la vendita dei biglietti è partita e il programma e gli artisti che si esibiranno sono stati presentati in varie conferenze stampa.

Tutto prosegue come se il procedimento di autorizzazione fosse concluso. Ma non è così, manca un passaggio fondamentale: il parere dell’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese, che deve accertare l’esistenza di effetti significativi che l’intervento potrebbe produrre sugli obiettivi di conservazione del sito della rete Natura 2000 del Meisino o che possano generare pregiudizio alla loro integrità.

La ZPS del Meisino è soggetta infatti a una particolare tutela per la notevole presenza di avifauna acquatica, canneto, rettili e anfibi, favoriti dalle acque rese a scorrimento lento dalla presenza della diga del Pascolo. Sono 230 le specie rilevate nell’area interessata. Ben 50 tra queste sono incluse nell’Allegato I della Direttiva Uccelli (specie per le quali “sono previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda l’habitat, per garantirne la sopravvivenza e la riproduzione”); alcune nidificazioni (svasso maggiore e folaga) si protraggono anche in questo periodo (a differenza di quanto è stato affermato da organizzatori e istituzioni).

Secondo la Legge n. 19 del 2009 della Regione Piemonte (articolo 43) la Valutazione d’Incidenza Ambientale (VIncA) avviene “in via preventiva” e costituisce “presupposto necessario per il rilascio delle successive autorizzazioni, nulla osta, pareri”. La Legge prevede anche che l’autorità competente debba esprimersi entro il termine perentorio di sessanta giorni dal ricevimento dell’istanza; qualora però richieda integrazioni della documentazione, il termine decorre nuovamente dalla data di ricezione di queste.

Le Linee Guida nazionali chiariscono che, nel caso in cui nello Studio di Incidenza del proponente emergano carenze, l’Autorità può chiedere di rimodulare la proposta con la presentazione di ulteriori soluzioni progettuali e localizzative da parte del progettista e imporre soluzioni alternative.

La VIncA è richiesta anche per le aree contigue ad aree protette, come il Parco della Confluenza.
La fretta e il pressapochismo con cui il Todays Festival è stato fatto atterrare al Parco della Confluenza di fatto hanno impedito il rispetto dell’articolazione e dei tempi della VIncA. Mentre partono i lavori per gli allestimenti, l’Ente Aree Protette Po Piemontese (che in un’audizione in Comune il 20 giugno ha dichiarato di aver appreso la notizia dai giornali) non si è ancora pronunciato sulla Valutazione Appropriata (dopo l’esito negativo dello Screening): era ed è quindi fuori tempo massimo per chiedere significative integrazioni da parte del proponente o riformulazioni del progetto, vista l’imminenza dell’evento.

L’eventuale parere negativo avrebbe conseguenze su contratti già stipulati, ingaggi definiti, soldi già stanziati.
Il Comune, attraverso la Fondazione per la Cultura Torino, pubblicando solo a marzo il bando (che tra l’altro attribuisce un punteggio insignificante all’impatto sugli ecosistemi), ha dimostrato di non attribuire alcuna importanza alla valutazione ambientale, schiacciando la procedura eccessivamente a ridosso dell’iniziativa.
Con effetti anche sulla mancata partecipazione da parte del pubblico, che invece avrebbe dovuto essere garantita (Corte di Giustizia europea, sentenza C-243/15).

La Fondazione Reverse, che organizza l’evento, rassicura sul fatto che il palco e le luci saranno rivolti verso la città e non verso il fiume e questo basterà a mitigarne l’impatto, ma non risulta uno studio acustico sulla riflessione sonora da parte delle strutture limitrofe né viene considerata la pervasività delle basse frequenze e la loro propagazione a grande distanza e in tutte le direzioni. Attendono solo qualche prescrizione dell’Ente Aree Protette del Po sui decibel da non sforare, che saranno loro stessi però a monitorare.

Intanto Reverse pochi giorni fa ha fatto sapere che la massima capienza ammessa non sarà più di 5.000 persone, ma di 8.000, nel concerto del 2 settembre. Un elemento emerso ora, che probabilmente non ci sarà tempo di valutare adeguatamente.

Nel frattempo la Fondazione per la Cultura Torino (FCT), i Consiglieri di maggioranza, gli assessori Carretta (Sport e grandi eventi), Tresso (Verde), Purchia (Cultura) si dicono entusiasti dell’iniziativa, alla cui realizzazione FCT contribuisce con 650.000 euro, comprensivi del sostegno finanziario degli sponsor Iren, Compagnia San Paolo, Fondazione CRT.

Durante l’ultima Commissione consiliare (che ha approvato la deroga del Regolamento del Verde per l’utilizzo del prato, che verrà inevitabilmente distrutto) è stato ribadito che puntano a “valorizzare presidi culturali, piazze e quartieri della circoscrizione 6”, ma sappiamo bene quanto siano minuscole le ricadute positive dei grandi eventi sui quartieri e ingannevoli le dichiarazioni di chi le prospetta.

Fabio Boasi di Fondazione Reverse ha attribuito al parco principalmente un valore monetario, in relazione alle sue dimensioni. Così ha detto: “(…) La location della Confluenza è molto suggestiva, ma ha anche una capienza maggiore, vuol dire più biglietti venduti (…).
Trascorsi quasi due mesi dalla sua audizione, riteniamo che l’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po Piemontese abbia avuto il tempo di esprimersi senza remore su quale sarebbe realmente
l’incidenza del Festival sulle varie specie, gli habitat e la biodiversità dell’area protetta del Meisino e dell’area contigua del parco della Confluenza.

Un parere positivo rilasciato alla vigilia dell’evento ci lascerà molto dubbiosi sulla sua imparzialità, dato anche quanto sentito dire da altro organizzatore del Festival in commissione: che di monitorare il disturbo arrecato a uccelli e pipistrelli prima durante e dopo si occuperà un loro “faunista”.

Le aree naturali non sono sfondi per rendere gli eventi più attrattivi e remunerativi, ma delicati sistemi in cui si intrecciano le vite di centinaia di specie animali e vegetali, preziose rarità nell’ambito urbano, che dovremmo assolutamente proteggere. Devono tenerlo presente le Amministrazioni e ancor più gli Enti specificamente preposti a salvaguardarle, nell’anno in cui l’Unione Europea approva la Nature Restoration Law.

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