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Torino: Serve discontinuità con la gestione urbanistica. Chieste le dimissioni dell’assessore Mazzoleni

Al Comune di Torino dal 2021 l’assessore all’urbanistica è un architetto, Paolo Mazzoleni, già Presidente dell’Ordine degli Architetti e della Commissione per il Paesaggio di Milano, dove è stato anche tra i fondatori (ed è partner) di uno studio di progettazione.

Nella stessa città, però, dal 2022 è risultato coinvolto come progettista in quattro inchieste giudiziarie per gravi violazioni delle norme urbanistiche nella costruzione di edifici residenziali, l’ultima delle quali ha avuto pesanti ripercussioni sul Comune milanese per via del coinvolgimento di un ex alto dirigente accusato inoltre di aver contribuito a provare a bloccare le inchieste promuovendo l’approvazione, tramite politici della maggioranza di destra, del decreto legge cosiddetto Salva Milano già votato alla Camera (anche dal PD), con il quale la tipologia di abusi milanese avrebbe dovuto essere sanata e resa legittima in tutta Italia. Ciò avrebbe aperto la strada a una deregolamentazione dei permessi edilizi dannosa sia per la vivibilità delle città che per le casse dei comuni, rendendo inutili i piani urbanistici.

Il sindaco Sala, strenuo sostenitore del provvedimento (nel frattempo finito in un binario morto al Senato), ha provveduto subito a prenderne le distanze e il suo assessore alla casa, coinvolto politicamente, ha rassegnato le dimissioni, innescando così una crisi nell’amministrazione milanese.

Nonostante quindi la situazione anche politicamente grave e di livello nazionale venutasi a creare dopo l’ultima inchiesta, il sindaco Lo Russo, come le volte precedenti ha continuato a non esprimersi sulle vicende giudiziarie riguardanti il suo assessore all’urbanistica, ignorando anche la richiesta avanzata pubblicamente in tale senso, ben due volte, da cittadine e cittadini torinesi organizzat* in comitati, associazioni e gruppi che si battono per la salvaguardia del territorio, ai quali si è aggiunto, chiedendo esplicitamente le dimissioni di Mazzoleni, anche PaP.

Richiesta di dimissioni avanzata pure dal capogruppo in Consiglio comunale del M5S, al quale in sua difesa ha risposto quello del PD invocando, dimenticata ormai la questione morale di berlingueriana memoria, l’estraneità del comportamento dell’assessore a Milano nelle vesti di libero professionista dalle sue responsabilità nella gestione dell’urbanistica torinese.

AVS, comportandosi da fedele alleata di maggioranza e giunta, ha dichiarato la propria fiducia nell’assessore, mentre l’opposizione di destra non si è sbilanciata troppo nei giudizi sul comportamento privato dell’amministratore PD, dati gli analoghi problemi in casa propria a livelli più alti (in cui invece il Partito Democratico la questione morale se la ricorda, non lesinando le richieste di dimissioni).

Il tutto si è svolto però esclusivamente sui mezzi di informazione locale, a colpi di comunicati e dichiarazioni, l’opposizione non ha portato nessun atto in Consiglio Comunale e di conseguenza non solo accuse e difese non hanno avuto rilievo istituzionale ma sia Lo Russo che Mazzoleni stesso non hanno avuto bisogno di esprimersi, evitandosi ogni imbarazzo. A conferma di quanto poco (se non niente proprio) contino ormai a Torino, per la classe politica che è stata eletta a farne parte, anche gli organi elettivi e la trasparenza.

E’ invece compito del suo sindaco preservarne il ruolo e la fiducia da parte di cittadine e cittadini: anche ascoltando la loro ripetuta richiesta di non lasciare più la gestione dell’urbanistica cittadina (e del prossimo piano regolatore) nelle mani dell’assessore attuale.

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