Blitz del partito indipendentista LIBE.R.U., Liberos Rispetados Uguales, nelle tenute di Surigheddu, alle porte della città di Alghero. “La Regione sospenda il bando esplorativo e il progetto di vendita dell’azienda agricola di Surigheddu e Mamuntanas” ha chiesto il partito indipendentista nato a Cagliari due settimane fa. Questa mattina gli attivisti del neocostituito movimento – erede dell’esperienza di A Manca pro s’Indipendentzia – hanno manifestato di fronte ai cancelli della tenuta di oltre 1.200 ettari, costituita alla fine dell’Ottocento e di proprietà regionale dai primi anni Ottanta.
“Così come è strutturato, il progetto regionale esclude le cooperative e gli agricoltori sardi a vantaggio di grossi gruppi internazionali” denuncia Pier Franco Devias, segretario della formazione politica sarda. Devias ha piantato davanti all’ingresso un cartello che definisce l’azienda come proprietà del popolo sardo. “Nel dopoguerra questi terreni assicuravano 600 posti di lavoro e approvvigionavano l’isola di grano e avena – ha spiegato Devias nel corso del blitz – pensate cosa potrebbe rappresentare in questo momento sul piano dell’occupazione e del fabbisogno alimentare, dato che oggi importiamo l’80% del necessario”. E invece “i pastori che utilizzano queste terre e garantiscono produttività vengono denunciati per occupazione e pascolo abusivo, mentre si prepara un bando per vendere agli stranieri un bene di così straordinaria importanza”.
Il timore degli autori della protesta è che gli acquirenti di quelle terre finiscano per trasformarle in campi da golf di proprietà di qualche multinazionale straniera.
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