Come ogni anno Liberu in questa giornata commemora la rivolta nuorese de “A su connotu!” del 26
aprile 1868 e la figura dell’eroina popolare Paschedda Zau, animatrice della protesta.
Una rivolta nata dalle condizioni di miseria in cui le popolazioni erano tenute dal neonato Stato
italiano e dalle ingiustizie a cui erano sottoposti quotidianamente i ceti popolari.
Nello specifico le autorità, in accordo con la borghesia locale, disposero di vendere i terreni ad uso
civico per pagare le spese della costruzione della ferrovia, una misura orchestrata a danno degli
interessi popolari e a vantaggio dei ceti abbienti.
Le classi povere infatti per la propria sopravvivenza non avevano altra possibilità che quella di
usufruire dei terreni ademprivili, cioè ad uso pubblico comunitario, utilizzati per legnatico,
macchiatico, ghiandatico e pascolo. Senza la possibilità di utilizzare gratuitamente quelle terre di
antica consuetudine comunitaria, non avrebbero avuto più alcuna possibilità di sopravvivenza.
Fu così che in virtù del precedente Editto delle Chiudende si colse l’opportunità di privatizzare
quelle terre e utilizzare il ricavato per la costruzione della ferrovia, facendo dunque pagare i costi
alle classi meno abbienti. Ma alla notizia degli accordi per la vendita di quei terreni la tensione salì
alle stelle.
Fu così che il 26 aprile all’uscita dalla messa la popolana Paschedda Zau, vedova e madre di dieci
figli, incitò il popolo alla ribellione e si mise a capo della rivolta.
I rivoltosi, al grido di “Torramus a su connotu!” (cioè torniamo alla precedente situazione di uso
comunitario della terra) fecero irruzione nella sede del Comune, e dopo averlo messo a soqquadro si
impossessarono dei documenti di compravendita delle terre comunali.
I documenti furono portati nella piazza e bruciati in un grande falò, affinchè di tali atti non ne
restasse traccia e si affermasse il diritto del popolo sardo ad essere padrone della propria terra.
In memoria di questa rivolta e del grande messaggio di libertà e difesa dei diritti popolari, la sezione
nuorese di Liberu porta il nome di Paschedda Zau, piccola grande rappresentante di un popolo che
non intende rassegnarsi ai soprusi e alle ingiustizie.
Nell’immagine: il manifesto di Liberu affisso in tutta la città.
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