A Foras domenica 16 ottobre torna a manifestare al poligono di Capo Frasca: appuntamento alle ore 12 a Sant’Antonio di Santadi.
Il movimento contro l’occupazione militare della Sardegna torna davanti ai poligoni contro l’uso della Sardegna e della Corsica in funzione della guerra, per un Mediterraneo di pace e per la sovranità popolare nella nostra isola e nell’isola sorella.
Questa iniziativa è parte di una piattaforma di lotta comune con il movimento corso Core in Fronte, presentata giovedì 29 settembre ad Ajaccio, presso l’Assemblea di Corsica: un primo passo per una mobilitazione comune di tutti i popoli del Mediterraneo contro la Nato e contro l’utilizzo delle nostre terre per preparare le guerre presenti e future.
Oltre a ribadire le rivendicazioni che hanno da sempre caratterizzato il nostro movimento (il blocco delle esercitazioni, la completa dismissione dei poligoni e la bonifica dei territori compromessi), non vogliamo permettere che i popoli della Sardegna e della Corsica siano complici del sangue che verrà versato nelle nuove guerre che vengono preparate sulle nostre terre.
In Sardegna, infatti, gli apparati militari sono passati a un maggiore livello di mobilitazione e di allerta, intensificando le attività a Quirra, a Teulada e a Capo Frasca e finalizzando tutte le esercitazioni a testare la capacità di combattimento.
Lo strapotere dell’esercito italiano in Sardegna si fa sempre più arrogante e sfacciato, nonostante il grave pericolo che esso rappresenta per il nostro popolo, nel contesto di una possibile guerra globale.
Questa sfacciataggine emerge emerge ormai anche nelle aule di Tribunale: lo scorso 23 settembre è arrivata la richiesta di archiviazione per i 5 ex capi di Stato Maggiore, sotto inchiesta per disastro ambientale nel poligono di Teulada, mentre risale ad un anno fa l’assoluzione dei generali imputati nel processo di Quirra.
Anche se i responsabili dell’occupazione militare possono autoassolversi, non potranno nascondere, il sottosviluppo, l’inquinamento e le malattie che hanno causato al popolo sardo.
Per tutti questi motivi il movimento tornerà davanti alle reti dei poligoni con la determinazione che lo ha sempre contraddistinto e con l’intenzione di riappropriarsi della propria terra e bloccare le esercitazioni.
Chiamiamo a manifestare tutte le persone che vogliono riappropriarsi della terra che da più di settant’anni ci è stata sottratta!
Chiamiamo a manifestare tutte le persone che vogliono un mediterraneo di pace, cooperazione economica e scambio culturale!
Chiamiamo a manifestare tutte le persone che non vogliono essere complici della morte e distruzione di altri popoli fratelli!
Chiamiamo a manifestare tutte le persone che vogliono dire basta all’inquinamento e al cambiamento climatico che le esercitazioni le esercitazioni contribuiscono a generare!
Chiamiamo a manifestare tutti coloro che vorrebbero vivere in una società libera dal militarismo, in cui la ricchezza sociale venga investita nella sanità, nell’istruzione e nella cultura!
Bio: A Foras è un movimento aperto e inclusivo, composto da comitati, collettivi, associazioni, realtà politiche e individui che si oppongono all’occupazione militare della Sardegna, per il blocco delle esercitazioni, la completa dismissione dei poligoni, il risarcimento delle popolazioni da parte di chi ha inquinato e la bonifica dei territori compromessi.
A Foras, Cagliari, 13 ottobre 2022
Mail: aforasinfo@gmail.com
Telefono: 3299694001
Sito: https://aforas.noblogs.org
Instagram: https://www.instagram.com/__a_foras__/
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Liberu partecipa alla manifestazione del 16 ottobre a Capo Frasca.
Non dimentichiamo che la presenza militare in Sardegna è un’imposizione dello Stato italiano attuata in violazione del più importante diritto di un popolo, quello di autodecisione e di autodeterminazione, che viene perpetrata da decenni generando un enorme danno non solo in termini di inquinamento ma anche di mancato sviluppo economico e sociale: 35000 ettari di territorio sardo posto sotto servitù e demanio militare, devastato da pesanti esercitazioni militari, test, bombardamenti da parte degli eserciti appartenenti alla NATO.
Oggi più di ieri, dinanzi alle continue provocazione della Nato finalizzate allo scoppio di un conflitto mondiale, rifiutando quel ruolo attribuito alla Sardegna come campo d’addestramento e di sperimentazione imperialista, come portaerei intercontinentale, come fabbrica di bombe, il maggiore contributo che possiamo dare alla pace nel mondo è un’opposizione permanente alla Nato ed a tutti gli eserciti che di esso fanno parte.
Scenderemo in piazza fino a quando tutte le infrastrutture militari e le aree presenti nell’isola di Sardegna e nei suoi mari pertinenti non saranno completamente dismesse dalle autorità militari italiane, passeranno sotto il controllo diretto del popolo sardo, libero di decidere e autogovernarsi.
Scenderemo in piazza per ribadire la nostra posizione riguardo l’occupazione militare della Sardegna: blocco delle esercitazioni, chiusura di basi e poligoni, riconversione e consegna dei territori al popolo sardo.
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