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Sei anni fa, lasciato morire Salvatore Meloni, detenuto politico in sciopero della fame

Era il 6 luglio del 2017 quando un prigioniero politico, Salvatore Meloni, conosciuto come Doddore, moriva in carcere a Cagliari dopo quasi due mesi di sciopero della fame intrapreso durante la sua detenzione. A fine giugno era stato ricoverato d’urgenza all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari.

Le istituzioni carcerarie erano state rese consapevoli e responsabili dall’avvocato di Salvatore Meloni, avvisandole che il detenuto rischiava di morire.

I familiari di Doddore e gli attivisti solidali sardi avevano protestato incatenandosi al tribunale di Cagliari per chiedere che gli venissero riconosciuti gli arresti domiciliari. Il legale aveva fatto istanza al tribunale di sorveglianza per chiedere i domiciliari, ma il magistrato la respinse.

Trasferito in ospedale troppo tardi, dopo due giorni di coma è morto. Salvatore Meloni aveva 74 anni, era un militante indipendentista arrestato il 28 aprile 2017, dichiarandosi “detenuto politico belligerante ai sensi dei trattati internazionali sui diritti umani ratificati anche dallo Stato italiano”.

Decenni prima era stato arrestato per un presunto progetto separatista della Sardegna che gli era costato nove anni di carcere. Era stato accusato di aver compiuto un attentato alla sede di Cagliari della Tirrenia, dopo che in casa gli avevano trovato dell’esplosivo.

Meloni era stato attivo in decine di iniziative politiche (occupazioni, sciopero della fame davanti alla Regione Sardegna, proteste contro Equitalia) promotore anche di un referendum sull’indipendenza della Sardegna.

Doddore Meloni aveva in cella la biografia di Bobby Sands, il militante dell’IRA irlandese che nel 1981, insieme ad altri prigionieri politici, si è lasciato morire di fame e di sete nel carcere di Maze e morì dopo 66 giorni di sciopero della fame.

Doddore Meloni aveva annunciato l’intenzione di fare lo stesso e lo Stato lo ha lasciato morire con lo sciopero della fame dopo 69 giorni, tre più di Bobby Sands, quaranta in meno di Alfredo Cospito.

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1 Commento


  • Brandinu Mario

    lasciar morire uno in carcere per lo sciopero della fame ,o per suicidio ,per me corrisponde alla pena di morte

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