Da Olbia a Cagliari passando per Sassari, Alghero e Nuoro solo per citare le più grandi, alcune anche a pochi chilometri una dall’altra, si stanno investendo complessivamente milioni di euro per una notte di festeggiamenti.
Sembrerebbe che i sindaci delle principali città della Sardegna non vedano l’ora di brindare alla mezzanotte del 31 sul palco delle Piazze di Capodanno, oppure si tratta di campagna elettorale?
Il più diretto è stato l’assessore al turismo di Olbia, il quale non ha mai fatto segreto di voler ricoprire la medesima carica però nella giunta regionale, giustificando la propria candidatura con i grandi successi ottenuti a seguito degli eventi “in alta stagione“ della sua amministrazione.
Anche la Regione Sardegna ha pubblicato il bando per il finanziamento dei Capodanni che si svolgeranno in Sardegna finalizzati, come ha dichiarato l’assessore Chessa: “alla promozione turistica e alla destagionalizzazione dei flussi turistici”.
È difficile capire a quali flussi turistici si riferisca, visti i costi dei trasporti per arrivare in Sardegna durante le festività e la chiusura di quasi tutte le strutture alberghiere.
Ma sono i Comuni a fare la parte dei ‘paperoni’.
Ad Olbia, Cagliari e Alghero si parla di cifre vicine ad 1 milione di euro per ciascuna città, Sassari con oltre mezzo milione, poi Nuoro ed altre anche ma con cifre meno scandalose. Il tutto avviene prevalentemente attraverso la manifestazione di interesse o dell’incarico diretto.
Spesso nella manifestazione pubblicata dalle amministrazioni non viene indicato neanche il budget disponibile, non si capisce quindi come un potenziale partecipante possa dimensionare una proposta seria. Certo questo non è un problema per chi può contare su enormi risorse e garanzie, visto che molti di questi artisti fanno parte della stessa agenzia.
Liberu non è contrario ai concerti, riteniamo utili e necessari anche momenti di spensieratezza e condivisione, non vogliamo neanche passare per quelli che “ci sarebbero tante altre cose su cui spendere i soldi”, così come non vogliamo passare per autarchici soprattutto in campi come quelli musicali e culturali in genere ma è innegabile che, in questo frangente, ingenti risorse pubbliche sarde finiscano nelle tasche di soli artisti italiani e le loro agenzie.
Un enorme ed esagerato giro di soldi per eventi che si svolgono praticamente quasi per una sola serata mortificando cosi gli operatori culturali, gli artisti locali e tutti coloro che durante l’anno producono e promuovono eventi musicali, esercizi pubblici di contorno compresi.
In definitiva non ci pare da complottisti pensare che questa corsa alla Città regina del capodanno, rubandosi il grande pubblico a vicenda anziché programmare eventuali iniziative diluite per tutto il periodo delle feste, sia legata alle imminenti elezioni regionali e comunali.
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